Acquaroli: la ricostruzione rischia di fermarsi "L’ospedale? Progetto pronto entro il 2022"

Il governatore sul post terremoto: bene l’accordo sul prezzario, ma le imprese potrebbero preferire i lavori del Superbonus

Migration

di Chiara Sentimenti

Ricostruzione e contributi pubblici, difficoltà nel reperimento delle materie prime che rischiano di fermare la ripartenza, ma anche le nuove opere pubbliche per lo sviluppo del Maceratese. È il governatore Francesco Acquaroli a fare il punto sulle questioni di maggiore interesse per il nostro territorio.

Presidente, il tema più attuale è quello del prezzario per la ricostruzione: 13 sindaci del Maceratese avevano chiesto un aumento congruo rispetto ai rincari delle materie prime per i contributi riconosciuti ai cittadini per ricostruire le proprie case. Alla fine è passata la proposta della Regione Marche.

"Abbiamo lavorato in cabina di regia per trovare una soluzione condivisa con il commissario (Giovanni Legnini, ndr) e le altre Regioni e che fosse ottimale per affrontare le criticità che sindaci e professionisti hanno evidenziato. È stata raggiunta l’intesa sulla proposta di ordinanza elaborata dall’ufficio speciale regionale, sulla base della nostra richiesta di aumentare del 25%, e non solo del 20, il contributo parametrico per gli edifici che necessitano di un intervento radicale di demolizione e ricostruzione. La soluzione trovata ci soddisfa perché va nella direzione che tutti auspicavano, evitare che nell’indeterminatezza a rimetterci fossero i cittadini terremotati, allarme che hanno voluto giustamente lanciare i sindaci. Le preoccupazioni dei primi cittadini erano anche le mie. Come potevamo acconsentire a un provvedimento che non dava certezze? Dopo sei anni dobbiamo trovare una risposta inequivocabile, che non lasci dubbi a nessuno e ci consenta di fare subito un passo avanti".

Il caro materiali e la difficoltà nel reperire le imprese rischiano di fermare la ricostruzione?

"Indubbiamente c’è stata un’accelerazione, un grande lavoro dell’Ufficio speciale regionale e del commissario Legnini, ma non possiamo non tenere conto di queste due nuove situazioni che si sono imposte. Se in questo anno e mezzo c’è stato un passo avanti – al netto della pandemia che ci ha tenuto la metà del tempo isolati – oggi l’aumento del costo delle materie prime e la difficoltà nel reperire aziende, potrebbero diventare un altro problema. La ricostruzione, infatti, rischia di essere fermata o quantomeno rallentata, se oltre alla questione dell’adeguamento dei contributi parametrici, le imprese preferiranno dedicarsi ai lavori del Superbonus, piuttosto che a quelli del sisma".

Altro tema di queste settimane è il dimensionamento scolastico.

"Tutti parlano dell’importanza dei borghi e delle aree interne, poi si tolgono servizi essenziali come le scuole. Sono decisioni che non competono al ministero dell’Istruzione. Da parte nostra, la Regione crede nell’importanza strategica delle aree interne, investiamo 100 milioni nelle politiche per il rilancio dei borghi e dei centri storici, ma se si chiudono o si accorpano le scuole diventa più difficile pensare a una ripartenza. Non si può pensare a una politica di rivitalizzazione dei borghi storici, davanti a scelte del genere. Per questo bisogna sollecitare il governo centrale affinché intervenga con chiarezza, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo".

Infrastrutture per il Maceratese: casello sulla Valpotenza, Pedemontana, la viabilità per Macerata, a che punto siamo?

"Per quanto riguarda il casello si sta procedendo con lo studio di fattibilità per individuare la soluzione ottimale. C’è il completamento della Pedemontana fino a Muccia con il proseguimento della Pedemontana Caldarola-Sarnano-Amandola, c’è l’intervalliva Tolentino-San Severino. Poi ci sono altri interventi "minori" che in realtà minori non sono, come via Einaudi a Civitanova e la realizzazione della nuova viabilità per Macerata che colleghi la vallata del Chienti e del Potenza, anche alla luce del nuovo ospedale alla Pieve. E poi c’è tutto il tema della ferrovia adriatica, che stiamo seguendo. Quello che vogliamo è il potenziamento ferroviario con una nuova linea sostenibile e compatibile con l’intero territorio regionale. Altrimenti il rischio è di consegnarci una linea inadeguata che non produce alcun vantaggio, poiché le prospettive dell’aumento esponenziale del traffico merci sulla linea attuale, costruita nell’Ottocento e spesso adiacente alle zone urbanizzate, potrebbero creare grossi danni all’ambiente, al turismo, alle città litoranee e all’economia".

Parlando del nuovo ospedale, può dare qualche certezza sui tempi di realizzazione?

"L’ospedale di Macerata resta una priorità e siamo al lavoro per definire i prossimi passaggi. Abbiamo destinato i primi 60 milioni per la realizzazione del presidio. Inoltre abbiamo destinato un milione che consente, entro il 2022, di avere la progettazione e nell’anno successivo dare avvio alle procedure per l’affidamento dei lavori".

La guerra in Ucraina e le sanzioni pesano sulle aziende marchigiane. La Regione sta dando finanziamenti, ma potrebbero non bastare.

"Stiamo cercando di sostenere le nostre imprese in una sfida complessa e complicata che arriva dopo anni difficili, anche attraverso la ricerca di nuovi mercati. La Regione agisce per quanto le è possibile, ma la situazione va affrontata con fermezza a livello nazionale. Bisogna superare l’ennesimo momento complesso e auspico che il governo intervenga con provvedimenti sostanziosi, perché le sanzioni rischiano di ritorcersi contro le imprese, soprattutto quelle più piccole. Per cui servono interventi tangibili e concreti".