Addio al preside Maurizio Cavallaro "Perdiamo un grande educatore"

Originario di Camerino, 58 anni, dirigeva l’istituto Strampelli. Lutto cittadino a Castelraimondo

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di Mauro Grespini

"Il Signore ha chiamato mio fratello Maurizio a dirigere il coro degli Angeli". Così l’avvocato Mario Cavallaro ha comunicato su Facebook la scomparsa di Maurizio Cavallaro, dirigente scolastico, 58 anni, padre di tre figli – Alessandro, Maria e Michele – avuti dall’inseparabile moglie Maria Laura. "Papà oggi se n’è andato – ha scritto la figlia –. Sto chiedendo a tutti, se riuscite, ovunque siate, a mettere una canzone dei Pooh o a fare qualsiasi cosa che si possa definire musica. Perché so che ovunque stia andando lo vorrebbe fare accompagnato dalla musica". E’ così, Maurizio Cavallaro aveva questa grande passione, tanto da essersi iscritto di recente anche al Conservatorio di Pesaro. Ma la sua vita era un fiume in piena: aveva preferito l’insegnamento (maestro elementare) alla professione di avvocato; poi gli scout, la dama e gli scacchi, le sfide al Subbuteo, la danza medievale, gli impegni diocesani. Tanti interessi, uniti alle responsabilità familiari e a quelle scolastiche. Attualmente era preside all’istituto "Strampelli" di Castelraimondo, centro in cui risiedeva dopo il terremoto che aveva gravemente ferito il suo Comune d’origine, Camerino. Il sindaco Patrizio Leonelli ha proclamato il lutto cittadino per oggi, invitando popolazione e commercianti a osservare un minuto di raccoglimento a partire dalle 11. "Sono addolorato e sconvolto – dice il primo cittadino di Castelraimondo – perché, pur conoscendo Maurizio da poco tempo, già dai primi incontri era come se ci fossimo frequentati da sempre. Era stimato da tutti e aveva un grande carisma. Mi dispiace tantissimo sia dal punto di vista personale che da sindaco, in quanto la nostra comunità perde una figura dotata di profonda umanità e professionalità". Chi lo conosceva da sempre, invece, è monsignor Antonio Napolioni. "E’ stato uno dei primi ‘lupetti’ degli Scout di Camerino, nel ‘73 – ricorda il vescovo di Cremona – e da allora il rapporto con lui è stato sempre un filo rosso, un legame profondo. La vocazione educativa è fiorita nella sua vita ed è stato più scout di tutti noi: un giullare cristiano vero, generoso, in ogni momento". Tutto è accaduto all’improvviso, per un malore fra lunedì e martedì; poi il ricovero al "Torrette" per un delicato intervento chirurgico all’apparato circolatorio che avrebbe potuto salvargli la vita. Ma alla fine il suo cuore non ha retto. I funerali non sono stati ancora fissati. L’intero mondo della scuola è in lutto: "Perdiamo un amico, un compagno di battaglie sindacali, un collega appassionato che faceva del buon umore e della simpatia una grande virtù – dice, commossa, Emanuela Tarascio, preside a Cingoli e Apiro –. Era pieno di interessi. Si era anche avvicinato al gruppo di Macerata del Movimento di cooperazione educativa, una collaborazione che si è interrotta troppo presto".