"Amianto nelle macerie": imprenditori nei guai

A processo anche il Cosmari, l’accusa è "gestione dei rifiuti non autorizzata". Rinviata l’udienza all’11 gennaio per sentire i consulenti tecnici

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di Paola Pagnanelli

L’amianto nelle macerie del terremoto manda sotto processo il Cosmari e tre imprenditori edili, accusati di gestione dei rifiuti non autorizzata. La vicenda parte dai controlli che i carabinieri forestali e l’Arpam fecero da marzo a ottobre del 2019, rilevando la presenza di fibre di amianto, e anche percentuali troppo alte di solfati e nitrati, nelle macerie che il Cosmari stava portando via, a tonnellate, dal cratere sismico. Quelle macerie venivano trattate e poi reimpiegate come sottofondi stradali o pavimentazioni, nella convinzione che si trattasse di comuni inerti. Le analisi invece rivelarono la presenza di sostanze pericolose, che ne vietavano il riutilizzo imponendone lo smaltimento nei centri specializzati, e che imponevano anche una serie di cautele particolari nel loro trattamento, nel recupero e nello stoccaggio. Al termine delle indagini, furono accusati il Cosmari, il direttore generale Giuseppe Giampaoli, il responsabile della sicurezza Massimo Procaccini e Graziano Ciurlanti, all’epoca presidente del Cosmari, poi le ditte Papa Enrico di Macerata, Reical di Pollenza e Progeco di Muccia, con i legali rappresentanti Michela Papa, Andrea Renzi e Luca Resparambia. Il Cosmari in quei mesi si stava occupando dello smaltimento delle macerie del cratere. Ma per la procura, la società e le varie ditte avrebbero dovuto sincerarsi di tenere separati i materiali contenenti amianto, come i camini, in modo da evitare pericoli per la salute pubblica. Quelle macerie avrebbero dovuto essere affidate alle ditte specializzate nei rifiuti pericolosi, e mai riutilizzate come invece avvenne. Da qui, il processo. Ieri mattina, nella prima udienza davanti al giudice Daniela Bellesi, sono state sollevate alcune eccezioni dai difensori, gli avvocati Vando Scheggia, Leonardo Filippucci, Nicola Perfetti, Paolo Sfrappini, Luca Pascucci, Giuseppe Giammusso, Maurizio Natali, Catia Mei, Luca Froldi, Lamberto Rossi e Massimo Feliziani. Alla fine, il giudice ha rinviato l’udienza all’11 gennaio per sentire subito i consulenti tecnici, così da inquadrare la questione e poi valutare come procedere. Gli imputati respingono ogni accusa: da un lato, sarebbe stato impossibile procedere separando i singoli rifiuti, visto che si trattava di parecchie tonnellate di macerie di edifici demoliti, dall’altro si trattava di una situazione di massima emergenza, perché le macerie impedivano la riapertura di strade e paesi e l’avvio della ricostruzione.