Macerata, il rettore al Comune: "Vogliamo più attenzione"

Adornato inaugura l’anno accademico e sferza l’amministrazione

Il rettore Francesco Adornato (foto Calavita)

Il rettore Francesco Adornato (foto Calavita)

Macerata, 12 aprile 2019 – «Ho molto rispetto delle istituzioni e del primato della politica ma, se non altro per i contributi che l’ateneo offre alla città, esso meriterebbe ben diversa attenzione e disponibilità dai suoi primi interlocutori naturali, a partire da un tavolo di ampio confronto strategico e non da incontri motivati da occasionali convenienze». Un messaggio forte e chiaro, quello che il rettore di Unimc, Francesco Adornato, rivolge agli amministratori.

E per farlo sceglie il palco del teatro Lauro Rossi, in occasione, ieri, dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università, il 729esimo dalla sua fondazione. Se non manca di ringraziare la Regione per l’accordo per cui entro il 2019 sarà realtà la stazione ferroviaria «Macerata Università», e il vicesindaco Stefania Monteverde per la disponibilità del teatro, allo stesso tempo non risparmia le critiche, nemmeno velate, all’amministrazione comunale in particolare, con cui ci sono state diverse occasioni di attrito. Una su tutte, la vicenda relativa all’ex Upim in via Matteotti, che l’università avrebbe voluto acquistare: poi però non se n’era fatto più nulla in seguito a problemi col permesso da parte del Comune. Non è finita qui. «Osservo, con sobrietà e rispetto, sommessamente ma con consapevolezza – prosegue Adornato nel suo intervento dal palco –, che senza l’università il centro storico avrebbe un diverso skyline, una diversa composizione sociale. È il centro storico a dare senso all’intera città».

E cita Thomas Stearn Eliot, premio Nobel per la letteratura, autore del poema «La terra desolata», quando scriveva: «Oxford è piacevole, ma vorrei che non fosse morta». Insiste su quest’aspetto notando che l’università è un attore sociale più che mai strategico per la città, crea un valore pubblico, anche gli investimenti e gli effetti della presenza vitale degli studenti, che sono circa un quarto della popolazione.

Afferma che l’università produce futuro, prepara il Paese a rispondere alle sfide del futuro, ed è uno dei protagonisti principali delle dinamiche economiche, sociali, culturali, urbanistiche. «Riverbera prestigio sulla città per la sua tradizione, il blasone scientifico e il ranking internazionale, nel quale abbiamo fatto ingresso, vogliamo farci valutare a livello globale. Ma le città universitarie sono, come scrive l’urbanista Michelangelo Savino, vere e proprie imprese para-pubbliche, che investono e al contempo attraggono investimenti, promuovono attività che a loro volta richiamano utenti altri che si muovono in città, vi mangiano, vi dormono, usano e consumano i suoi servizi. Mi permetto di ripetere ancora una volta – incalza Adornato – che quello che è utile all’università lo è anche per la città e viceversa. L’università promuove iniziative di rilievo culturale, come i martedì al cinema con i film in lingua originale, i concerti del conservatorio di Fermo al Casb a cui partecipano i cittadini, ma penso anche al percorso teatrale che stiamo avviando con l’Associazione Sferisterio».