Antonio Martiniello, l'arbitro col Daspo. Ha dato una testata al portiere

"E' la prima volta che applichiamo la misura a un direttore di gara". Fuori da tutti i campi da gioco per un anno

L’arbitro Antonio Martiniello della sezione di Macerata

L’arbitro Antonio Martiniello della sezione di Macerata

Macerata, 12 febbraio 2020 - Nato per punire i tifosi facinorosi, questa volta il Daspo è scattato per l’arbitro. Il primo caso in Italia si è registrato dopo una partita del campionato di seconda categoria, nella quale il direttore di gara avrebbe dato una testata al portiere. Ebbene, adesso Antonio Martiniello non potrà avvicinarsi agli impianti sportivi per un anno. La misura è stata disposta dalla questura di Macerata. Sulla base di quanto rilevato dai carabinieri, che il primo febbraio erano a Mogliano per la partita tra la squadra locale e quella di Montottone e che hanno già segnalato quanto accaduto alla Procura della Repubblica di Macerata. L’ufficio anticrimine della questura, diretto da Andrea Innocenzi, ha effettuato un’istruttoria al termine della quale il questore Antonio Pignataro ha firmato il provvedimento nei confronti dell’arbitro.

Un fatto del tutto inedito, nel pur colorito mondo del calcio italiano. "È capitato di applicare il Daspo ai tifosi, anche ai dirigenti, agli allenatori e persino ai giocatori – ha commentato il primo dirigente Innocenzi –, ma mai a un arbitro, che in campo dovrebbe invece essere la figura chiamata ad assicurare il rispetto delle regole". Il Daspo vieta all’arbitro Martiniello per un anno di accedere negli impianti sportivi del territorio nazionale durante lo svolgimento di incontri di calcio dei campionati di serie A, B e C e di tutti i campionati dilettanti, di gare delle coppe nazionali e internazionali, nonché delle partite amichevoli, alle quali prendano parte le squadre iscritte alle predette serie e la nazionale italiana di calcio.

"L’arbitro deve essere un esempio, anche se i giocatori sono aggressivi deve essere in grado di mantenere il controllo e l’equilibrio – commenta il questore di Macerata, Antonio Pignataro –. Abbiamo avvertito un aumento del livello di violenza in tutte le categorie. Ma il calcio, come lo sport in genere, deve essere un momento di crescita, di svago, di formazione, nel quale i ragazzi possano misurare le proprie capacità e i propri limiti. Per questo, abbiamo voluto prendere questo provvedimento, anche un po’ come un messaggio per tutti gli altri".

Il questore Pignataro non si stanca di ripetere che chi esercita dei ruoli e delle funzioni pubbliche, deve farlo con "dignità e onore". "Come dice il capo della polizia Gabrielli – aggiunge –, in tutti i settori ci vuole una rivoluzione culturale. Ci sono state altre denunce per i tafferugli negli stadi e vogliamo fermare questa violenza. Lo sport è un momento di civiltà e non di brutalità. Anche se il giocatore fosse stato aggressivo e minaccioso, l’arbitro avrebbe dovuto rimanere fermo, chiamare i dirigenti oppure le forze dell’ordine. Di fronte a episodi come questo, non possiamo voltare la faccia con l’indifferenza. La polizia e tutte le forze dell’ordine a Macerata meritano un plauso speciale, perché stanno lavorando in modo esemplare e questo episodio lo conferma: l’impegno è massimo a tutela della sicurezza, delle famiglie e dei giovani".