Macerata, autista dell'autobus parla al cellulare mentre guida

In servizio lungo la tratta Ancona-Macerata, una lunga chiacchierata davanti agli increduli passeggeri

Il terminal di Macerata

Il terminal di Macerata

Macerata, 8 febbraio 2018 - Autisti del bus indisciplinati: ennesimo atto. Se solo si avesse la pazienza di appostarsi negli autobus di Macerata e zone limitrofe, si potrebbero scovare tantissimi vizi degli autisti marchigiani. Come il dipendente della Contram, azienda di trasporti del Maceratese – con sede a Camerino – che, due giorni fa, parlava al telefono, mentre era alla guida di uno dei tanti mezzi che quotidianamente percorrono la tratta Macerata-Ancona, e viceversa.

L’orologio segna le 16.25. Un trillo: squilla il telefono. Un attimo prima le mani del conducente, che erano salde sul volante, cercano lo smartphone. Poi, lui, con l’indice, preme il tasto verde. Forse dall’altra parte si attiva la voce dell’interlocutore, che l’autista in questione saluta calorosamente. Inizia, così, una lunga chiacchierata sugli orari di servizio e sui turni di lavoro: «Ci sei domani? A che ora attacchi?», chiede l’autista. E via discorrendo. Ma carpe diem: intanto, qualcuno, tra i passeggeri, scatta una foto.

Molti sono i testimoni: tutti sbalorditi per la naturalezza con la quale la conversazione si svolge nonostante, ovviamente, il divieto di parlare al telefonino quando si è al volante. Al momento del fatto c’erano diversi ragazzi e due signore sulla sessantina. Ma nessuno che si fosse azzardato a far notare il pericoloso vizio all’autista. Di auricolari e apparecchi acustici (quelli consentiti dal codice della strada per ricevere telefonate) neanche l’ombra. Il telefono è attaccato all’orecchio, sorretto dalla mano sinistra dell’autista. Che, perciò, guida con un solo arto, curvando il volante tra i tanti tornanti a gomito delle strade collinari marchigiane. Un rischio da mettere in conto, quello di eventuali incidenti, che, tuttavia, non dovrebbe essere incentivato dalla poca responsabilità degli autisti, i quali hanno l’onere di far arrivare i passeggeri a destinazione. Possibilmente sani e salvi.

Passeggeri che, a quanto dicono, sono sempre più indignati, e sottolineano pure che «i limiti di velocità non sempre vengono rispettati». Comunque, l’ammenda, in questo caso, va da «165 a 661 euro, con pena accessoria del ritiro della patente». Forse servono più controlli per gli autisti, oltre che per i passeggeri che non pagano il biglietto. Ma, soprattutto, serve che i conducenti sappiano che trasportano vite umane.