
Potenza Picena, il referente della società nazionale di salvamento Matteo Carbone critico sulle nuove regole per l’assistenza in spiaggia
"Sta diventando veramente complicato trovare dei bagnini di salvataggio e garantire la sicurezza dei bagnanti. Se dal prossimo anno i minorenni non potranno più fare questo lavoro, le criticità aumenteranno a dismisura". A dirlo è Matteo Carbone, istruttore di nuoto e referente a Potenza Picena per la sezione di Ancona della Società nazionale di salvamento.
Come analizza il recente decreto che disciplina la formazione degli assistenti bagnanti e il rilascio dei brevetti di salvataggio?
"Il decreto è stato venduto come un grande passo in avanti, ma nella realtà appare come un pasticcio pieno di contraddizioni e decisioni discutibili. Sorvoliamo pure sulle dinamiche che hanno portato a consegnare la formazione in mano a una sola realtà, tagliando fuori la concorrenza e creando un monopolio che soffoca il settore. Ma sarà difficile non vedere un grave danno, con conseguenze dirette sulla sicurezza dei bagnanti".
Quali sono gli aspetti più critici?
"Il rinnovo del brevetto introduce finalmente una prova pratica, allungandone la validità a cinque anni, ma è un intervallo discutibile per una professione che richiede reattività fisica e aggiornamento continuo. La decisione di escludere i minorenni dall’esercizio della professione, cosa che dovrebbe partire il prossimo anno, priverebbe il settore di nuove leve e ridurrebbe la disponibilità di personale qualificato".
Sono tanti i bagnini di salvataggio minorenni?
"A Potenza Picena ad esempio abbiamo brevettato negli ultimi tre anni più di 50 bagnini, e oltre la metà erano minorenni. Poi c’è molto turn over: mediamente chi fa questo lavoro inizia a 17 anni e finisce verso i 25-26, cioè quando conclude gli studi universitari. Inoltre la normativa impone ora a uno chalet di avere ogni giorno un bagnino di salvataggio operativo in spiaggia, dalle 10 alle 18, se vuole iniziare la stagione. Ed ecco qui le criticità: a maggio i ragazzi stanno ancora frequentando la scuola, e a settembre sono tornati tra i banchi. Una volta invece lo stabilimento poteva aprire a maggio solo per fini elioterapici e non era obbligatoria la presenza del bagnino".
Ritiene giusto escludere i minorenni?
"Sono a favore del personale maggiorenne, viste le responsabilità che uno si assume facendo un mestiere simile. Ma ciò non toglie che un 16enne possa avere capacità fisiche e psicologiche superiori a una persona più grande. Tuttavia non è una questione di competenza, ma di responsabilità legale".
C’è altro che la preoccupa?
"Sì, il problema più urgente è un altro: a oggi i corsi stentano a partire e, con l’obbligo di 100 ore di formazione e il brevetto da ottenere entro giugno, è inevitabile chiedersi con quale criterio si possa garantire una preparazione adeguata. Il rischio concreto è di ritrovarsi con percorsi raffazzonati, compressi nei tempi e privi di qualità, con conseguenze drammatiche sulla sicurezza in mare. Più che un miglioramento del settore, questa riforma sembra un compromesso mal riuscito a discapito della qualità della formazione e della sicurezza sulle spiagge".
Giorgio Giannaccini