"Borse false". Condannati quattro fratelli

Un anno e mezzo con la condizionale per contraffazione, cadono tutte le altre accuse. I difensori: "Faremo ricorso in appello"

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Un anno e mezzo di condanna per i civitanovesi Giorgio Maria, Mario, Astrid Maria e Johannes Maria De Luca, accusati di avere realizzato borse false, copiando i modelli più celebri della moda internazionale. I quattro sono stati invece assolti dalle altre accuse, tra cui l’associazione a delinquere. Si è chiuso così ieri il processo per fatti risalenti al 2014. Ma i difensori annunciano da subito l’appello, contro una accusa del tutto infondata. Sui quattro fratelli, due dei quali oggi residenti a Malta, mentre una è irreperibile, pendevano accuse pesanti mosse dalla direzione distrettuale antimafia. Secondo la Procura di Ancona, usando la ditta "De Luca & Pelli Milano", con sede a Civitanova, e attraverso alcuni siti come "Delucapelli.org" e "Malta su.eu" registrati a nome degli imputati, i quattro avrebbero messo in vendita borse e accessori in pelle firmati, copie però di modelli celeberrimi della moda, come le Kelly e le Birkin di Hermes, anche in pelle di coccodrillo o di struzzo, la Falabella di Stella McCartney, portafogli Dolce & Gabbana, e altre borse Luis Vuitton, Borbonese, Celine, Yves Saint Laurant, Chanel e Coveri. Da qui le accuse di associazione a delinquere, contraffazione di marchi, ricettazione, introduzione di prodotti contraffatti. I quattro erano anche accusati di truffa, perché avrebbero messo in vendita online un paio di cuffie Weston a 229 euro, avrebbero incassato i soldi, ma non le avrebbero mai spedite all’acquirente. Ieri, in tribunale a Macerata, si è chiuso il processo. Il collegio composto dai giudici Andrea Belli, Daniela Bellesi e Federico Simonelli ha ritenuto i quattro imputati colpevoli soltanto del reato di contraffazione, per il quale sono stati condannati a un anno e mezzo di reclusione, con la sospensione della pena; i giudici hanno imposto anche la pubblicazione della sentenza. Li hanno invece ritenuti del tutto innocenti per gli altri reati, tranne che quello di truffa, per cui è scattata la prescrizione. Gli avvocati difensori Cristiano Elisei, Chiara Castellani, Paolo Carnevali e Claudia Romagnoli annunciano da subito l’appello. "Si tratta di sessanta borse, trovate nel sottotetto della villa a Civitanova: non c’era una produzione industriale, e non c’erano neppure i marchi contraffatti – spiega l’avvocato Carnevali –. Solo in alcuni casi, le borse erano simili ad alcuni modelli celebri registrati come i marchi. Si tratta però di ben poca cosa". Le motivazioni della sentenza ci saranno tra due mesi, e a quel punto si potrà valutare il ricorso in appello. Tra l’altro, uno degli imputati è avvocato, due vivono a Malta da diversi anni, dunque nessuno di questi tre si occupa del commercio di borse; un’altra, poi, è irreperibile da tempo.

Paola Pagnanelli