."Campagne abbandonate, fondo stradale pericoloso"

L’ex assessore Centioni: "Non si può lasciare così l’area collinare, bisogna cambiare registro"

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"Il governatore Acquaroli parla di strategie per lo sviluppo del turismo e di nuovi investimenti, i privati già lo hanno fatto e stanno facendo, semmai è il Comune a venir meno". E’ il j’accuse di Carlo Alberto Centioni, per anni protagonista della politica attiva (ex assessore, ex presidente dei Teatri, ex presidente delle Farmacie) e oggi uomo di punta di "Uniti per Civitanova", lista civica vicina alla candidato sindaco Silvia Squadroni. Per lui serve più attenzione per l’area collinare retrostante la costa, ove sono sorte importanti strutture turistiche. Dito puntato sulle infrastrutture "rimaste ai tempi in cui le campagne erano in mano ai contadini e ai poveri mezzi di locomozione". Oggi non è più così. "Civitanova è cambiata, ma resta una delle poche città della provincia ad aver dimenticato le campagne, ignorando non solo il diritto dei residenti ma anche la presenza di importanti B&B e Country house. Una campagna, da nord a sud, che diventa impercorribile ogni volta che piove, con sentieri ancora in terra battuta, manutenzione insufficiente e fondo stradale pericoloso. Sviluppare il turismo significa anche creare condizioni di qualità. La campagna esercita un forte richiamo an che per biker e gente che ama ammirare in lunghe passeggiate il panorama che si ammira dalle colline, non è possibile lasciarla in queste condizioni, soprattutto quando le famiglie sono disposte a contribuire. Sono anni che viene denunciato questo stato, la politica ne ha parlato solo negli incontri preelettorali per poi dimenticare tutto. Bisogna cambiare registro, e non lo dico solo per il rispetto dovuto ai residenti ma anche per qualificare le imprese turistiche, mettere a proprio agio la clientela e incentivare ulteriori sviluppi". Centioni conclude con un appello ai candidati sindaci: "Va bene investire nel centro e nei luoghi cosiddetti cult di Civitanova, ma non si può continuare a lasciare la campagna allo stato di 60-70 anni fa".