Cinque anni disastrosi, per fortuna la domanda c’è

"L’apiturismo può essere la nuova frontiera, insieme a tutto quello che ruota intorno"

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"Il 2021, un anno da dimenticare. Ora va un pochino meglio, ma parliamo comunque di una produzione di miele più che dimezzata rispetto al passato: i cambiamenti climatici incidono molto". Giuliano Mari, con il fratello Claudio, ha un’azienda a Tolentino, in contrada Regnano, con una bella storia. E’ nata nel 1856 per un incontro casuale, a Loreto, tra un prete senza parrocchia di Lugo (Ravenna) e un signore tolentinate. Su invito di quest’ultimo, il sacerdote trovò parrocchia a Regnano. E il nonno di Giuliano si innamorò della sorella, venuta a vivere nella canonica. La passione delle api, ereditata dalla famiglia romagnola, li fece cominciare con cinque alveari. "Ora abbiamo cinque postazioni e circa 200 famiglie di api – spiega Giuliano -. La domanda di miele sul mercato c’è. Ma se nei tempi d’oro con un’arnia si producevano 30 chili, ora se ne producono 5. Forse la fioritura va un po’ meglio verso Villa Potenza e Montelupone per la posizione geografica". Mari, nella ricostruzione post-sisma di casa e laboratorio terremotati, sta pensando ad un progetto che tocchi anche l’apiturismo. "Quest’anno, in media, c’è stato un leggero aumento nella produzione – aggiunge il presidente Coldiretti Macerata Francesco Fucili -, ma veniamo da cinque anni disastrosi. L’anno scorso è stato toccato il picco negativo. L’apiturismo può essere la nuova frontiera, insieme a tutto quello che ruota intorno all’enoturismo, l’olioturismo, l’agriturismo. Tutte le bellezze che abbiamo in campagna, con le varie attività, vanno valorizzate per attrarre visitatori. Stiamo facendo corsi con le scuole e nei mercati coperti di Campagna Amica".

l. g.