Confronto sul disagio giovanile Iniziativa di "Insieme in sicurezza"

"Le restrizioni connesse alla pandemia hanno accentuato nei più giovani un disagio già esistente, legato alla difficoltà di costruire relazioni e di comunicare. Nello stesso tempo si assiste alla voglia di bruciare le tappe verso l’età adulta, ma lo si fa in modo deviato". Alessandra Fermani, docente di psicologia sociale all’Università di Macerata, è uno dei protagonisti della tavola rotonda (dal titolo "Disagio giovanile. Baby gang, bullismo, droga, dipendenze patologiche, identità") organizzata dall’associazione "Insieme in Sicurezza" proprio per discutere del disagio giovanile. Oggi alle 17.30, nella biblioteca Statale di via Garibaldi, con lei ci saranno Romeo Renis e Giorgio Iacobone, presidente e presidente onorario dell’Associazione, il sindaco Sandro Parcaroli, Gianni Giuli, direttore del Dipartimento dipendenze patologiche, la sociologa Silvia Agnani dell’Area Vasta 3, Mina Shedev, esperta di psicologia della comunicazione di Unimc e Andrea Foglia, del consorzio sociale "Oltre". L’obiettivo è mettere a fuoco quanto sta accadendo anche nella nostra realtà sul fronte di bullismo, baby gang, droga, e altro, fenomeni che sono spesso spia di un disagio nascosto. "Purtroppo i segni che vi sia una condizione di disagio diffuso si registrano anche nella nostra realtà, a partire dal fatto che si è di molto abbassata, attorno agli 1112 anni, l’età in cui si prova la prima sigaretta", sottolinea la Fermani. "E ci sono ragazzi che usano già la sigaretta elettronica che, solitamente, ottengono dagli amici. Dicono di fumare per superare le insicurezze in pubblico e perché li fa sentire a proprio agio durante feste o eventi sociali, con qualcuno che ritiene in questo modo di avere più amici o essere più attraente".

f. v.