"Covid e caro bollette: che impresa resistere"

Bedetta, titolare di ’Primo Piatto’: "Ho dieci locali in locazione e 180 dipendenti, ho dovuto ricorrere alle mie risorse personali per far fronte alle spese"

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di Elena Silvetti

Paolo Bedetta, titolare della catena di ristoranti ’Primo piatto’, rappresenta uno degli esempi più calzanti delle difficoltà vissute dagli imprenditori in piena crisi pandemica e ora con il rincaro dell’energia e delle materie prime. Lui le ha vissute in un settore estremamente provato dal tragico e inaspettato susseguirsi di eventi. "Il caro bollette e la pandemia: è stato come uno tsunami - dice -. L’intervento da parte dello stato è stato minimo e insufficiente. Per il Covid ci hanno costretto a 14 mesi di chiusura e, di conseguenza, avrebbero dovuto azzerare tutti i costi delle spese fisse, invece ci hanno lasciati soli venendoci incontro con dei rimborsi irrisori. Io, come imprenditore, ho dovuto mettere mano alle mie risorse personali per contrastare le spese, a fronte di quasi zero entrate. Oltre al praticamente assente intervento da parte delle istituzioni nazionali, anche quelle locali, dalla Regione ai comuni, hanno ignorato le esigenze di imprenditori che, come me, offrono lavoro a 180 dipendenti". "La critica - prosegue - non viene mossa alle precauzioni imposte per salvaguardare la salute delle persone di fronte a un’emergenza sanitaria che ha travolto tutti, bensì alle chiusure non tutelate. Per fare un esempio, ho 10 locali in locazione, di cui la maggior parte molto ampi, per i quali ho pagato l’affitto grazie alle mie sole forze economiche. Ora posso dire di essere riuscito a sopravvivere, ma è stato solamente grazie alla mia tenacia e dei miei dipendenti, perché gli aiuti non sono arrivati neanche dalle associazioni che dovrebbero tutelare il settore". L’altro ’avversario’ è stato il caro bollette. "L’aumento dell’energia, pari al 400%, mi ha portato a sostenere dei costi che nello stesso periodo, da giugno a settembre del 2021, sono passati da 7080 mila a 380 mila euro - va avanti Bedetta -. Tutto questo, sommato al prezzo, anch’esso esponenzialmente aumentato, delle materie prime fondamentali per un’attività come ’Primo piatto’. Nonostante l’attività conti un numero notevole di dipendenti ed altrettante famiglie alle loro spalle, quindi estremamente legata al territorio, non ha ricevuto nessun sostegno. Io nasco come dipendente, quindi capisco le difficoltà e nutro profondo rispetto per coloro che lavorano con me. Ho sacrificato il mio tempo ed energie per stare al loro fianco nelle cucine e prendere il loro posto, per permettergli di riposarsi, perché sento una forte responsabilità verso tutti loro e non li tradirei mai". Bedetta ha poi concluso con un appello, "alla presidente del Consiglio Meloni, ai presidenti di Regione, ai comuni: ascoltate le storie di coloro che operano nell’ambito dei pubblici esercizi, stateci vicino senza fare promesse vuote, perché il settore della ristorazione è un’eccellenza".