"Dal 20 aprile dobbiamo riaprire" La campagna di Confartigianato

Protocolli di sicurezza, vaccinazioni e sostegni: pressing sul governo "Bisogna salvare l’economia"

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di Marta Palazzini

"Il 20 aprile, dobbiamo riaprire". Confartigianato in pressing per chiedere una data certa per la ripartenza delle attività. Il 20 aprile, infatti, è la data che sta circolando come possibile inizio di un ulteriore allentamento delle misure restrittive e Confartigiano vuole sottoporre al governo le priorità per la ripartenza: apertura in sicurezza, velocizzazione della campagna vaccinale e ristori adeguati. Il sostegno di Confartigianato è rivolto a palestre, attività sportive, bar e ristoranti, che sopravvivono col delivery e il take away. Ma i divieti, sostiene l’associazione di categoria, stanno paralizzando tutti gli imprenditori: parrucchieri ed estetiste (che non lavorano più con clienti fuori dal Comune), commercianti al dettaglio (che hanno visto azzerato il movimento nelle città), il settore del wedding (le cerimonie sono ferme) e gli ambulanti (i mercati stanno ripartendo a singhiozzo). Confartigianato lancia così una campagna per chiedere alla politica di impegnarsi per salvare il mondo produttivo territoriale. "Lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto allo sfinimento – dicono Renzo Leonori e Giorgio Menichelli, presidente e segretario di Confartigianato –: il Covid non si prende dentro un centro estetico o una parrucchiera, non ci sono contagi nei negozi di abbigliamento o nelle palestre. Le evidenze scientifiche concordano su questo aspetto. L’impatto della Dad sui giovanissimi è dannoso, con complicazioni psicologiche in un momento di crescita personale. Malgrado ciò, le occasioni di incontro o gli stessi trasporti, seppur con le massime accortezze, rappresentano momenti di possibile diffusione del Coronavirus. E non si può dire lo stesso dei nostri luoghi di lavoro". Fondamentale sarà poi l’accelerazione nella campagna vaccinale. "La campagna non sta funzionando a dovere. Leggiamo con sconcerto di categorie che hanno già da mesi potuto usufruire del vaccino, scavalcando un criterio insostituibile come l’età – ribadiscono –. Per metterci alle spalle l’emergenza dobbiamo velocizzare la campagna, interessando prioritariamente le fasce più deboli, così che, diminuendo conseguentemente decessi e ricoveri, le imprese possano riaprire al più presto e rimettere in moto l’economia". Infine, il tema degli aiuti. "Il dl sostegni è un provvedimento inadeguato – sottolineano –. I contributi arriveranno soltanto a un’impresa su cinque, e di misera entità. Solo il 20% circa ha diritto ad accedere al sostegno: ci sono ditte (269) che hanno visto in un anno andare in fumo migliaia di euro di fatturato e si troveranno in tasca appena 3mila euro. Molte altre, pur avendo avuto ingenti danni, non riceveranno alcun ristoro, perché sotto la soglia del 30% (128 imprese). Che ci sia un vero ristoro, ma pensato per tutte le aziende.