STELLA BONFRISCO
Cronaca

David di Donatello, Travaglioli in lizza per il montaggio di ’Parthenope’

Nato a Recanati nel 1968 ha iniziato a lavorare come assistente di Sorrentino "Onorato della candidatura".

Cristiano Travaglioli, nato a Recanati il 9 settembre del 1968, è tra i candidati alla prestigiosa statuetta

Cristiano Travaglioli, nato a Recanati il 9 settembre del 1968, è tra i candidati alla prestigiosa statuetta

Tra le quindici candidature ai David di Donatello assegnate al film "Parthenope" di Paolo Sorrentino, c’è anche quella per il montaggio. Tra i 5 candidati alla statuetta, Cristiano Travaglioli. Nato a Recanati il 9 settembre del 1968 e reggiano d’adozione. Stasera, in prima serata su Rai 1, è trasmessa in diretta la cerimonia di consegna dei David di Donatello.

Cristiano, lei ha un palmarès d’eccellenza, 7 candidature ai David e uno conquistato. Ha lavorato al film "La grande bellezza" di Sorrentino, vincitore del premio Oscar. E sempre per ’La grande bellezza’ si è aggiudicato l’European Film Award, oltre a diversi Nastri d’Argento. È comunque emozionato? Sarà alla cerimonia?

"Certamente sarò presente e devo dire che sono molto emozionato. Onorato per questa candidatura. Ma la cosa che mi rende più felice e che gli altri colleghi in lizza sono amici e apprezzo il loro lavoro. In particolare Jacopo Quadri, Walter Fasano e Giogiò Franchini. Quindi per me, in ogni caso sarà comunque una vittoria".

Da quanti anni dura la sua collaborazione con Paolo Sorrentino?

"Da vent’anni. Ho iniziato a lavorare come assistente insieme a lui già dai suoi primi lavori. Poi da ’Il Divo’ in poi mi sono sempre occupato del montaggio dei suoi film. Adesso siamo già impegnati al suo prossimo lavoro. Tra noi c’è una grande intesa".

Con "Berlinguer – La grande ambizione" di Andrea Segre condividete 15 candidature. Due film potenti ma diversi fra loro. Fortemente simbolico il film di Sorrentino, con una fotografia straordinaria.

"Un film complesso, che lui stesso ha definito esistenzialista. Dove sono evocati tutti gli aspetti che Napoli racchiude".

La sua professione non è molto conosciuta, nemmeno tra gli appassionati di cinema. Invece è fondamentale.

"È vero. Un grande montatore statunitense, Walter Murch, ha scritto un libro molto bello sulla nostra professione: ’In un batter d’occhio’. Era stanco di sentirsi definire ’uno che taglia nei film i pezzi che non funzionano’. Certo, un montatore fa anche quello, ma anche tanto altro. C’è tutto un lavoro in solitaria durante la fase di premontaggio, che comporta grandi responsabilità e fiducia da parte del regista".

Per il suo lavoro, da anni non vive più stabilmente a Reggio Emilia. Ci torna spesso?

"Spessissimo. Ci sono appena stato e sono rientrato da poco a Roma. Vado dai miei genitori e a casa loro ho perfino allestito un laboratorio di montaggio".

Stella Bonfrisco