"Dobbiamo tutelare i pazienti. Il via vai di gente non va bene"

La dottoressa Rita Curto del pronto soccorso di Civitanova spiega le modalità di accesso, limitando le visite e autorizzando solo casi particolari per tutelare la salute e la dignità dei pazienti.

"Dobbiamo tutelare i pazienti. Il  via vai di gente non va bene"

"Dobbiamo tutelare i pazienti. Il via vai di gente non va bene"

"Nostro dovere è quello di tutelare la salute e la dignità dei pazienti. Non può esserci un via vai di persone, abbiamo messo una fascia oraria per le visite, come se fosse un reparto, per venire incontro ai familiari dei pazienti". Sono le parole della dottoressa Rita Curto, primario del pronto soccorso di Civitanova, che non entra nel merito della segnalazione ma spiega quali sono le modalità di accesso al pronto soccorso. "Purtroppo nel pronto soccorso ci sono le barelle con i pazienti in attesa lungo il corridoio – ha spiegato la dottoressa Curto –. I familiari dei pazienti che vogliono stare lì, ma noi dobbiamo tutelare i malati. I familiari non possono stare lì dentro, ma ci sono dei casi particolari, quando il malato ad esempio ha specifiche necessità, oppure ha malattie come l’Alzheimer. In casi limite come questi, è il personale medico o infermieristico che richiede assistenza da parte dei familiari del paziente e viene rilasciata una autorizzazione, che ha una durata di 48 ore. Se poi la necessità non c’è più, ad esempio se il paziente supera un primo momento di smarrimento legato alla nuova situazione, l’autorizzazione viene negata, perché non serve più. In corridoio ci sono persone che hanno necessità di essere, ad esempio, cambiate. E non è dignitoso per loro che ci sia un via vai di gente. È anche un discorso di prevenire eventuali contagi, infezioni portate dall’esterno. Abbiamo anche messo una fascia oraria per le visite, come se questo fosse un reparto, per venire incontro ai familiari dei pazienti. Ma questo non è un vero reparto. In caso di necessità, sono comunque disponibile a chiarire qualunque situazione".

c. m.