Documenti falsi, per far venire in Italia il bimbo del fratello. Per questo ha patteggiato la pena a otto mesi di reclusione il pakistano Ahmad Mansoor. L’uomo aveva depositato in questura l’istanza di ricongiungimento familiare, e all’ambasciata italiana di Islamabad i documenti per dimostrare che il piccolo, di 5 anni, era suo figlio. Invece era emerso che quei documenti erano tutti falsi, e che Mansoor era in realtà lo zio del bambino, figlio di suo fratello. Così era partita la denuncia. Ieri mattina in tribunale, davanti al giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi, per l’imputato l’avvocato Luca Sartini ha chiesto di patteggiare la pena, concordata con il pubblico ministero Stefania Ciccioli a otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Così l’uomo ha potuto chiudere le sue pendenze con la legge.
CronacaDocumenti falsificati per portare il nipote in Italia: condannato