ANGELICA MALVATANI
Cronaca

Don Sandro Salvucci nominato arcivescovo "A Pesaro sulle orme di monsignor Michetti"

Originario di San Claudio, è parroco a Montegranaro. Le lacrime della mamma Maria Grazia: "L’ho sempre saputo, orgogliosa di lui"

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di Angelica Malvatani

Maria Grazia ha gli occhi pieni di lacrime, i vestiti belli dei giorni di festa e tutto l’amore del mondo tra le mani. Guarda quel figlio che è diventato uomo quasi senza accorgersene, lo vede diventare vescovo e ripete: "L’ho sempre saputo, lui è nato così". Maria Grazia è la mamma di don Sandro Salvucci, ieri alle 12 l’annuncio ufficiale della sua nomina ad arcivescovo metropolita di Pesaro, lui che è cresciuto a San Claudio di Corridonia e ha sempre pensato prima agli altri e poi a se stesso. Mamma Maria Grazia è arrivata al duomo di Fermo con tutta la famiglia, la sorella, gli altri due figli, i cinque nipoti, le nuore, per un momento che è di vera emozione. "È sempre stato buono, non ci ha mai dato problemi. Anzi, io dico che è stato lui ad educare noi genitori – racconta –. Sempre generoso, nemmeno piangeva mai da piccolo. Oggi lo vedo qui e davvero sono commossa, sento tanto amore intorno a lui, ne sono orgogliosa". Maria Grazia è rimasta vedova una decina di anni fa, mai si è sentita sola, perché in questa famiglia ci si prende cura gli uni degli altri. I nipoti stringono lo zio Sandro, Beatrice si commuove, Pierfrancesco si è fatto male alla spalla facendo sport, ma non è voluto mancare. Zio Sandro, monsignor Salvucci per il resto del mondo, li rassicura: "Sono sempre lo zio, non dovete preoccuparvi". Li stringe a sé, li vuole vicini in una foto di gruppo, quella famiglia che porta sempre con sé, ovunque la Chiesa lo chiami. Un uomo di fede profonda, don Sandro Salvucci, amato e rispettato ovunque. Confessa di non riuscire a dormire più di tre ore per notte da quando ha saputo che sarà vescovo, la cerimonia di insediamento probabilmente a maggio, intanto resta a fare il parroco a Montegranaro, sotto la diocesi di Fermo e con il vescovo Rocco Pennacchio che ieri lo ha abbracciato come avrebbe fatto il papà vero che non c’è più. "Quando è arrivata la telefonata da Roma – sorride il nuovo vescovo –, pensavo fosse una delle solite promozioni telefoniche, non ho risposto subito. Poi ho pensato a uno scherzo, eravamo sotto Carnevale. Per fortuna, il vescovo Rocco mi ha poi seguito e rassicurato, ma confesso che il compito mi emoziona tanto". È nato a Macerata il nuovo vescovo di Pesaro nel 1965, ha studiato al liceo scientifico della città e poi al seminario di Fermo e alla Pontificia Accademia a Roma, presbitero dal 1993, è stato direttore di Villa Nazareth a Fermo e poi rettore del seminario fino al 2014. È anche animatore del movimento diocesano di Fermo, espressione del servizio dei Focolari. Le sue prime parole per i vescovi che hanno segnato la sua vita, Cleto Bellucci, Gennaro Franceschetti, Luigi Conti ma anche Gaetano Michetti, anche lui originario di Corridonia, alla guida della diocesi di Pesaro dal 1975 al 1998. "Condividiamo le stesse origini – dice don Sandro –, è stato catechista di mio padre. La sua partecipazione al Concilio Vaticano II ci esorta a tenerne vivo lo spirito, per una più ampia, e profonda, attuazione".