Ecco la Casa della memoria per gli internati

Sorgerà a Urbisaglia, coinvolti gli atenei della provincia. Si analizzerà la storia dei 350 prigionieri nel campo allestito negli anni 1940-43

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"Dare impulso alla ricerca sulle storie dei circa 350 internati nel campo allestito nel Palazzo Giustiniani Bandini negli anni 1940-1943". È lo scopo della "Casa della memoria di Urbisaglia ETS", associazione nata da un gruppo di amici urbisalviensi e quattro realtà istituzionali: il Comune di Urbisaglia, la Fondazione Giustiniani Bandini, le università di Macerata e di Camerino. È stata presentata, in municipio, da Giovanna Salvucci, presidente dell’associazione e promotrice dell’iniziativa, dai rettori Francesco Adornato per Unimc e Claudio Pettinari per Unicam e dal sindaco Paolo Francesco Giubileo. La Casa della memoria vuole sviluppare un’opera di divulgazione tramite pubblicazioni, convegni, iniziative didattiche, per rendere la memoria "lievito di rinnovata coscienza civica". Gli atenei daranno supporto con le proprie competenze. "Metteremo a disposizione – ha spiegato Pettinari – tecniche e strumenti per la digitalizzazione dei documenti. E la Scuola di architettura per allestimenti che parlino ai giovani". "Attraverso il digitale e linguaggi che possano raggiungere tutti – ha aggiunto Michele Loreti, professore di informatica a Unicam – preserveremo la memoria affinché sia salda e accessibile". "È importante la presenza delle università – è intervenuto Adornato – per un percorso condiviso, con competenze diverse ma convergenti. È nostro compito ricostruire il passato per illuminare i giovani verso il futuro". "Lo storico è come l’orco delle favole – ha detto il prof. Unimc Angelo Ventrone, citando Bloch – va là dove sente odore di carne umana. Bisogna farlo, per non dimenticare". L’associazione avrà sede in Comune; ma, quando sarà eseguita la ristrutturazione post-sisma del Palazzo dei Principi all’Abbadia di Fiastra (dove fu allestito il campo di concentramento per ebrei e prigionieri politici), si trasferirà là, nei locali del sottotetto. Hanno inviato un videomessaggio i nipoti di due internati, Ugo Volli ed Emanuele Viterbo, il quale ha detto che donerà materiale per metterlo a disposizione degli studiosi. "La Casa darà un corso rettilineo alla ricerca", ha aggiunto la presidente Salvucci. "Questo è un punto di arrivo e di partenza – ha detto il sindaco –, in un filo che unisce le istituzioni". "Abbiamo una responsabilità – ha concluso l’assessore Cristina Arrà –: sviluppare una coscienza civica nei giovani, per questo coinvolgeremo l’istituto comprensivo". Padre Luciano Gaffurini ha lanciato una proposta: creare una stanza della luce, nella Casa della memoria, per ricordare che, anche laddove si tocca il fondo, scoppia la fraternità.

Lucia Gentili