"Energie rinnovabili possibili solo a parole"

Riccieri: per un impianto fotovoltaico da più di un mese attendo chiarimenti dal Comune di Corridonia che non spiega se l’area è idonea o no

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di Paola Pagnanelli

"Continuo a leggere di crisi energetica e di soluzioni palliative. Ma poi, quando si potrebbe fare qualcosa per sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili, non si riesce neppure ad avere una risposta chiara da un Comune". Matteo Riccieri, direttore generale del gruppo Viridis, racconta che la sua società aveva già chiesto di realizzare un impianto fotovoltaico a Piedicolle, a Corridonia, ma era stata fermata dalla Provincia. "Ora volevamo collocare un impianto fotovoltaico di dieci ettari a Sarrocciano, dietro al distributore lungo la superstrada – spiega Riccieri -. Da oltre 45 giorni sto aspettando dal Comune dei chiarimenti su un certificato di destinazione urbanistica emesso dalla stesso Comune. Quello che ho, dice che “l’area risulterebbe come idonea…Tale cartografia è oggetto di revisione, in quanto sono emerse delle incongruenze… l’impianto risulta limitrofo ad area agricola non idonea…“ . Insomma: l’area sarebbe idonea ma potrebbe essere non idonea in futuro, visto che è già vicina a una non idonea". Il significato del documento è sibillino, così l’imprenditore a luglio si è rivolto alla Provincia, "dove sono stati molto disponibili, ma mi hanno detto che solo il Comune poteva chiarire quegli equivoci. Così ho scritto al Comune email e pec, e finora, dopo più di un mese, nessuno mi ha mai risposto. "Questo certificato è il passo zero, l’inizio di una lunga procedura che sottoporrà l’impianto a numerose e diverse valutazioni. Un Comune deve solo dire se, in base ai suoi strumenti urbanistici, in quell’area si può costruire un impianto fotovoltaico. Ma neppure questo si riesce a sapere. Oltre al fatto che è impossibile avviare un investimento con queste premesse, quello che mi amareggia è la situazione energetica attuale, evidentemente figlia di queste dinamiche. Per noi questo progetto non è vitale, ma per il paese simili investimenti sono strategici, e invece sono legati a interpretazioni soggettive, se non addirittura ostative, perché il fotovoltaico non piace o inquina o perché ruba terreni all’agricoltura. Si continuano a fare interventi palliativi in tema di salvabollette, e continuiamo a non usare le fonti rinnovabili. In questo caso, per la verità, quello che sorprende è anche la mancanza di risposte dopo che ho cercato di contattare la sindaca in ogni modo, almeno per avere un chiarimento. Il Comune deve solo rispondere in base ai suoi strumenti urbanistici vigenti, non può usare in modo ambiguo i condizionali per bloccare un progetto che, vista la situazione in cui ci troviamo, dovrebbe essere una priorità per tutti".