Macerata, festa al cimitero per i 18 anni di Emanuelle Pandele

Talento del nuoto ucciso dalla malattia: palloncini e ricordi: "Auguri, ovunque tu sia"

La festa di compleanno al cimitero per Alessandro Emanuelle Pandele (foto Calavita)

La festa di compleanno al cimitero per Alessandro Emanuelle Pandele (foto Calavita)

Macerata, 9 aprile 2022 - "Tanti auguri Manu, ovunque tu sia". Con queste parole la mamma di Alessandro Emanuelle Pandele, Alexandra Mihaela, ha celebrato col padre Irinel, la famiglia e tanti amici il 18esimo compleanno del figlio. Alessandro Emanuelle, promessa del nuoto, ha chiuso gli occhi il 10 gennaio a Torrette, strappato alla vita da una grave malattia.

Ieri, avrebbe compiuto 18 anni e la famiglia ha deciso di festeggiarlo comunque, al cimitero di Macerata, davanti alla tomba che ne custodisce le spoglie. Tanta commozione, ma anche viva consapevolezza che "Lele" sarà sempre nella loro vita. Familiari e amici lo hanno ricordato scrivendogli messaggi su tanti bigliettini, poi legati a palloncini a forma di cuore. Dopo avergli fatto gli auguri, i palloncini sono volati in cielo. "Vogliamo ricordarlo come se non se ne fosse mai andato – dice l’amico Alin Ursu –. Aspettavamo e programmavamo insieme il viaggio dei 18 anni. Sono convinto che lui c’è, farò tutte le cose che volevo fare con lui, questo per me è il miglior modo di ricordarlo".

"Sono cresciuta con lui, era come un fratello, non realizzo ancora il fatto che non sia più qui con me – sottolinea la cugina Shany Ghinea –. Per i suoi diciotto anni voleva una festa bellissima ed è quello che ha avuto". "Facevamo nuoto insieme da quando avevo quattro anni – aggiunge la compagna di sport Eva Benaia –. Non c’è stata gara o allenamento in cui non mi sia stato vicino, è sempre stato il primo a darmi forza e incoraggiarmi in questo percorso: senza di lui non avrei ottenuto risultati. Non credo che se ne sia andato, so che potrò contare per tutta la vita su di lui".

"Lele era il mio migliore amico, la persona più bella che abbia mai conosciuto – racconta Aurora Vargas –. Mi manca tanto, ma so che in tutto quello che facciamo c’è lui, tutti i giorni". "L’ho conosciuto solo due anni fa e abbiamo legato fin da subito – ricorda Mattia Buccolini –. Riusciva a esserti subito amico, era aperto e alla mano. Ha lasciato un vuoto in tutte le persone che ha frequentato e nei luoghi dove è stato: mi ha insegnato molto ed è stato il primo a starmi vicino". "Ci siamo conosciuti perché alle medie aveva avuto problemi con un bullo – afferma Briseldo Naci –. Così è iniziata un’amicizia che ci ha reso veramente fratelli: negli ultimi cinque anni non c’è stato giorno che non abbiamo trascorso insieme. Pensavamo di andare ad Amsterdam per i nostri diciotto anni; lui era quello che in un gruppo riusciva a stare al centro dell’attenzione". "Gli devo molto perché è riuscito a farmi appassionare alle cose in un momento in cui non avevo interesse per nulla, soprattutto nel periodo Covid".