I netturbini tracciano la raccolta differenziata

Da giorni indossano uno strumento elettronico al polso che capta i sacchetti blu e gialli con microchip: il tutto in vista della tariffa puntuale

I netturbini tracciano la raccolta differenziata
I netturbini tracciano la raccolta differenziata

di Asterio Tubaldi

Avranno sicuramente notato i recanatesi la presenza, da diversi giorni, sul polso dell’operatore ecologico, addetto alla raccolta dei sacchetti della differenziata, di un insolito strumento elettronico. Ebbene, è una nuova modalità, più sofisticata, per tracciare i sacchetti blu (plastica) e gialli (indifferenziata), fatta in modo del tutto sperimentale e in preparazione della tariffa puntuale. Recanati si propone, quindi, come Comune capofila per l’introduzione generalizzata della nuova modalità di calcolo della tassa dei rifiuti che sarà quantificata in base a quelli effettivamente prodotti. La cosa funziona, però, solo in presenza del microchip incollato ai sacchetti blu e gialli e, a dire il vero, in provincia ad oggi sono pochi, solo otto, i Comuni che l’hanno adottato: Recanati lo ha in vigore sin dal 2013. Dieci anni sono davvero tanti e molti cittadini ormai hanno perso anche la fiducia di vedersi cambiare il metodo di calcolo di questa tassa domestica. Il sindaco Antonio Bravi ricorda che nel 2023 le tariffe sono confermate come quelle dell’anno scorso senza aumenti. "Il problema – afferma – però si porrà dal 2024 perché la discarica di Cingoli si sta esaurendo. Prevista nel progetto di ampliamento, passerà almeno un anno e durante questo periodo i rifiuti indifferenziati dovranno essere trasportati fuori provincia e ciò comporterà un aumento abbastanza importante del costo di smaltimento che andrà a influire sulla Tari. Nell’arco di due anni l’aumento dovrebbe essere di un 10-15%, non proprio trascurabile per tutti i comuni dell’Ato3". Il sindaco di Recanati non risparmia certo le critiche su questa vicenda. "È il risultato – dice – di una cattiva gestione del piano rifiuti e del problema della nuova discarica. Quando 10 anni fa – aggiunge – è partita la discarica di Cingoli c’era già l’impegno a trovare quanto prima una nuova località per sostituirla. Si è fatto passare, però, tanto, troppo tempo". Non assolve nessuno il primo cittadino. "La Provincia, prima con la gestione Antonio Pettinari, ha traccheggiato in maniera evidente fino ad arrivare alla fine del suo mandato quando ha voluto approvare a tutti i costi un piano fatto male con il quale si sono individuati ben 84 siti fra cui scegliere dove localizzare la nuova discarica. Questo è stato il primo errore perché tutti i Comuni si sono allarmati anche perché molte di quelle aree sono completamente campate in aria, anche dal punto di vista tecnico, un lavoro fatto in maniera approssimativa per il quale si è speso circa 40mila euro". Nelle sole colline del territorio recanatese se ne contano 14 di siti considerati idonei. "È cambiata poi l’amministrazione provinciale – conclude infine Bravi –, ma in due anni siamo ancora quasi al punto di partenza. Intanto il tempo passa e pagheremo la Tari più alta".