"Il mio viaggio nel Cretaceo in cerca di Siro"

Il libro di Luca Natali dopo la scoperta sul Conero delle impronte di un rettile vissuto nel Mesozoico

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di Paola Olmi

Luca Natali descrive la sua vita fatta di viaggi, ricerche, appunti, foto, avvistamenti, scoperte e si sofferma sull’ultima avventura, iniziata qualche anno fa sul monte Conero. Lo fa con la pubblicazione della Simple Edizioni dal titolo "Siro e il mistero delle sue impronte". Laureato in Lettere, appassionato di paleontologia, di archelogia, di etnografia, il maceratese dedica gran parte del suo tempo a progetti dentro e fuori dall’Italia. Dopo aver viaggiato in Armenia, Brasile, Nepal, Groenlandia, Perù, Isole Svalbard e altri luoghi, costretto a uno stop prolungato a causa del lockdown, pensa di scrivere qualcosa di complementare alle ricerche scientifiche, che dedica a un pubblico più vasto.

Cosa si legge nel suo libro?

"Faccio un excursus della mia vita – spiega Natali – ma mi soffermo a raccontare la storia incredibile che mi ha coinvolto qualche anno fa".

Di cosa si tratta?

"Durante un’arrampicata in solitaria sul Conero, in un luogo impervio e vietato ai non autorizzati, ho notato qualcosa che poi si è dimostrata essere molto rara: undici depressioni allineate che non potevano essere di origine antropica. A seguito di studi, le depressioni sono state definite una pista fossile fatta da un rettile marino vissuto nel Mesozoico e più precisamene nel Cretaceo".

Quanto rara?

"Piste simili scoperte e studiate al mondo finora sono, oltre questa, solo due: una in Cina e l’altra in provincia di Pesaro, a nord di Cantiano".

Chi era Siro?

"È il nome di fantasia che si è dato al rettile marino visto che il ritrovamento delle orme è avvenuto a Sirolo. Non è stato ancora classificato scientificamente. Si pensa, però, che possa essere un plesiosauro, vissuto 140 milioni di anni fa nei fondali dell’oceano Tetide".

Cosa è stato fatto dal momento del suo avvistamento?

"Dopo le verifiche, il lavoro è stato validato e ha ottenuto l’approvazione per essere pubblicato, nel 2019, nella rivista scientifica Cretaceous Reserch".

Quando si fanno scoperte di questo genere, qual è la linea sottile fra validazione scientifica e scetticismo?

"Lo scetticismo è sempre presente. In attesa di pubblicare un altro studio scientifico, stavolta in italiano, sono stato incoraggiato a pensare che il 2022 fosse il momento giusto per far leggere a un pubblico più ampio questa avventura".

Dove è stata presentata finora questa scoperta?

"La scoperta, a cui è seguita la pubblicazione in inglese, è stata presentata in ambienti scientifici e didattici. Il libro vuole viaggiare a fianco dell’ambito puramente scientifico".

Chi ha collaborato?

"A seguito del mio avvistamento si è creata una straordinaria collaborazione fra specialisti, esperti di enti e istituzioni culturali che ringrazio e nomino, uno ad uno, nel libro".