Il Pd si lecca le ferite: "È ora di rinnovare"

Il segretario Sciapichetti: "Per noi continua la traversata del deserto". L’ex rettore Esposito: gli elettori mi dicevano “Siete tutti uguali’’

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di Chiara Gabrielli

"Il Pd ha perso le elezioni, una sconfitta ampiamente annunciata. Ci aspettavamo qualche punto percentuale in più, ma tutto sommato nessuna sorpresa, la matematica non è un’opinione. Andare al voto, infatti, senza aver costruito una coalizione, con questo sistema elettorale che obbliga ad averla, è stato come combattere con una fionda contro i carri armati. Ma abbiamo perso e non dobbiamo mascherare una sconfitta. Sono però convinto che si vada per innamoramenti, e che i populisti prima o poi stanchino. L’abbiamo visto con Berlusconi, con Salvini, con Renzi. Ma, se le mode passano, i partiti solidi sul territorio restano e noi resteremo".

È l’analisi di Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Partito democratico. Guardando la situazione a livello locale, "da quando abbiamo perso a Macerata per noi è iniziata la lunga traversata nel deserto, un percorso difficile e accidentato – dice Sciapichetti –, dobbiamo stare di più nei quartieri, tra la gente. Ora dobbiamo riorganizzare, rinnovare e radicare il partito sul territorio. Pensiamo che qui ci sono dei vuoti di governo da parte di quest’amministrazione, basta ricordare il rinnovo del cda dello Sferisterio, l’Aato da mesi senza presidente mentre le bollette aumentano, il nodo irrisolto dei rifiuti del Cosmari. Noi dobbiamo colmare questi vuoti con proposte costruttive. C’è poi la necessità di riportare al voto tante persone che si sono allontanate dalla partecipazione democratica – sottolinea –. Studieremo i risultati Comune per Comune e a breve faremo una riunione". "Il risultato non è stato quello sperato – riflette Fulvio Esposito, candidato Pd alla Camera –, ma in quattro settimane di campagna elettorale non si cambia il vento, e il vento tirava forte in una direzione. A Camerino è andata benone, col 33 per cento, a Macerata oltre il 27, comunque sul territorio ci hanno votato 41mila persone, e da loro dobbiamo ripartire". Cos’è mancato? "Facendo campagna elettorale alla vecchia maniera, mi sono reso conto che quasi tutti ci identificavano con il governo – spiega Esposito –, ci dicevano ‘Siete tutti uguali’, evidentemente non siamo riusciti a spiegare e a chiarire che c’erano la pandemia e la guerra e quindi dovevamo accettare dei compromessi per necessità, per il bene del Paese, ma allo stesso tempo ci distinguevamo profondamente dagli altri". Non solo. "Moltissimi cittadini sentono il distacco dalla politica che, dicono, non parla dei loro veri problemi, tanti non sanno se riusciranno a tenere aperto il negozio fino a Natale con queste bollette. Altra battaglia, quella per snellire la burocrazia: i sindaci avrebbero pure i fondi Pnrr a disposizione, ma tra burocrazia e scarso personale non riescono a fare i progetti. I diritti civili sono importanti, ma si svuotano se non accompagnati dai diritti sociali. Penso anche alle conseguenze del terremoto e a tutti quei giovani laureati nelle nostre università che non trovano lavoro qui e vanno a cercarlo all’estero". Sul vento di destra, Esposito precisa che "la campagna elettorale alla Meloni l’hanno fatta anche tutti quelli che invece che di presentare i nostri progetti non hanno fatto altro che parlare di lei, mettendo in testa alla gente che lei era l’unica possibilità. È stata descritta come una novità, invece stava al governo con Berlusconi nel 2011".

"Sono tranquillissima, so di aver fatto tutto quello che potevo – commenta Mirella Gattari, candidata Pd al Senato nel Collegio uninominale Marche –, devo ringraziare tutti quelli che ci hanno votato, i compagni di viaggio e quelli che mi sono stati vicino, anche oggi (ieri, ndr) mi sono arrivati tantissimi messaggi di affetto, è stata un’esperienza umana bellissima. Non so se potevamo fare meglio, per me era la prima volta, ho mostrato agli elettori chi è Mirella e mi dispiace moltissimo, soprattutto per chi ha creduto in me. A Elena Leonardi, auguro un buon lavoro e di mettere al centro di tutto le necessità del territorio".