Impazzano i lupi, sbranate quaranta pecore

A lanciare l’allarme Coldiretti: "Sono sempre più vicini alle case e ai centri abitati". Il Parco: "Si spostano ed emigrano in cerca di cibo"

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di Lucia Gentili

Ancora lupi in azione. Questa volta a Gualdo. Nel mirino una quarantina di pecore, di cui 25 in attesa di partorire un agnellino. "L’ennesimo raid di branchi sempre più vicini alle case e ai centri abitati che mette in apprensione allevatori e cittadini – lancia l’allarme Coldiretti Macerata –. Come da prassi l’allevatore ha contattato il servizio veterinario dell’Asur che è arrivato sul posto per contare le perdite e per constatare l’effettiva attribuzione dell’attacco. Oltre ai lupi si aggirano anche cani inselvatichiti ma per gli allevatori sono comunque danni ingenti tra perdita dell’animale e mancanza di reddito. Gli indennizzi che la Regione riconosce coprono a stento lo smaltimento delle carcasse e, per di più, non sono riconosciute le morti collaterali come nei casi di animali schiacciati nella calca o andati perduti nella fuga. Oltre al danno diretto delle uccisioni, va calcolata la perdita di reddito dovuta anche al crollo della produzione di latte, causa stress, degli animali sopravvissuti". Nella nostra provincia è stata registrata una media di 31 attacchi l’anno, il 34% dell’intera regione. In tutto il territorio nel 2021, da gennaio a settembre, si sono verificati 59 assalti, tutti di lupi, in 38 aziende. Sono state 273 le predazioni: 236 pecore o capre, 21 vitelli e 16 tra puledri e asini. Negli ultimi 4 anni sono stati predati oltre 1500 animali. In base ai dati dei monitoraggi che vengono compiuti periodicamente dai tecnici del Parco all’interno dell’area protetta, risultano tra le 60 e le 70 unità distribuite in circa 11-14 nuclei familiari (le zone di alcuni si estendono anche fuori dai confini del Parco). "Inoltre – spiegano proprio dal Parco nazionale dei monti Sibillini – ci sono individui che non fanno parte di gruppi familiari e vagano, spostandosi molto. Si tratta comunque di un numero in equilibrio con il sistema ecologico complessivo del territorio. Il lupo ha rischiato l’estinzione, è una specie protetta a livello comunitario e attualmente in Italia si contano poco più di 3.000 individui. Le loro migrazioni si spiegano con il fatto che vanno in cerca di cibo e se il cibo, inteso come caprioli e cinghiali, emigra e si sposta da aree tipicamente vocate come boschi e montagne verso zone più antropizzate, ecco che il lupo li segue. Anche se i danni dovuti alle predazioni dei lupi sono almeno cinque volte inferiori a quelli causati dai cinghiali. Va anche sottolineato come vi siano misure per contenere i danni, dai recinti elettrificati agli incentivi per l’acquisto di cani da guardia per le greggi, inoltre vi è la possibilità di accedere agli indennizzi per i capi di bestiame uccisi".