
Impresa sull’Himalaya: "Scalata a -15 gradi, la nostra spedizione sulle orme di Tucci"
Quindicesima spedizione sull’Himalaya compiuta per Maurizio Serafini, veterano studioso dell’orientalista maceratese Giuseppe Tucci. Questa volta, ad accompagnarlo, c’erano Cristina Menghini, sua compagna, fotografa, blogger e guida escursionistica ambientale (originaria di Milano ma da quattro anni al fianco di Maurizio all’Abbadia di Fiastra), e Vincenzo Monaco, farmacista di Montecassiano. Il piccolo gruppo di esploratori è rientrato martedì sera "dopo un mese di straordinarie vicende nelle gole del Budhi Gandaki, considerato il fiume più pericoloso del mondo". Serafini, conosciuto anche come cantautore e musicista, oltre che come viaggiatore e autore di due saggi su Tucci, è stato protagonista finora di due spedizioni in Tibet e tredici in Nepal (compresa quest’ultima); ha iniziato nel 1993, trent’anni fa. Ispirato appunto da uno dei più insigni orientalisti, anche dai suoi studi incompiuti.
"Tucci ci ha indicato la strada anche là dove non è arrivato – spiega l’esploratore – per una ricerca antropologica, umanistica e filosofica, studiando come vivono nuclei e comunità locali a contatto con la natura. Abbiamo raccolto tanto materiale". Ad esempio la Menghini, preziosa e rara documentazione fotografica e video, mentre Monaco, ha sperimentato giorno per giorno l’adattamento fisico dei componenti alle alte quote. "Così – continua Serafini – Arte Nomade (associazione maceratese, ndr) va ad arricchire il già fornito archivio documentale sulle popolazioni presenti sul tetto del mondo, dando continuità all’attività di ricerca iniziata e auspicata nel suo prosieguo dal più grande himalaista italiano del ‘900 Tucci.
Tra materiale inedito lasciato in eredità dal professore ai suoi successori concittadini e gli aggiornamenti raccolti nella lunga attività di studio sul campo a seguito delle quindici spedizioni effettuate, Arte Nomade è titolare di un archivio privato di valore mondiale, già apprezzato all’Italian Embassy (ambasciata italiana) di New Delhi, al Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e dallo stesso Dalai Lama in visita a Pennabilli, e che potrà quanto prima essere messo in esposizione e fruizione per la città di Macerata". La spedizione marchigiana organizzata da Arte Nomade ha percorso l’intera valle superando in un’impegnativa ascesa in notturna i 5.106 metri d’altitudine del passo Larkhya La. Nonostante la temperatura di oltre -15° e il ghiaccio insidioso incontrato lungo il percorso, il 6 novembre alle 8.30 ora locale, favorita da una giornata di sole, la spedizione ha coronato con successo l’impresa superando il passo per ridiscendere nei giorni successivi nella più agevole valle del Dudh Khola. Il gruppo è arrivato nella zona più complessa da raggiungere con un avvicinamento su fuoristrada, poi ha proseguito con più di quindici giorni di cammino.
"Le comunità vivono come noi un secolo fa – racconta Serafini –, senza tecnologia, computer né acqua corrente. La gente va a piedi, si ferma a parlare per strada. Non segue il ritmo delle macchine, ma delle persone, della natura. Da un lato mancano servizi, basti pensare all’ospedale; chi sta male si affida allo sciamano, anche perché per quando arriva l’elicottero o si raggiunge la destinazione a piedi… Dall’altro lato, però, si vive meglio. La natalità è maggiore. I bimbi sono più felici, contentissimi di frequentare le loro scuole rurali, hanno sete di cultura e conoscenza, disegnano, apprendono con gusto e piacere. Sono consapevoli che lì c’è il loro futuro". Serafini non ha ancora organizzato la prossima uscita. Ma una cosa è certa: sarà sempre una "scoperta", dal carattere esplorativo, battendo le zone meno turistiche e battute.