La campagna elettorale permanente

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Alessandro

Feliziani

Nei cinque comuni maceratesi chiamati ad eleggere sindaci e consigli comunali sono scaduti ieri i termini per la presentazione delle candidature e da oggi è campagna elettorale, ma è difficile immaginare una reale differenza tra la propaganda ufficiale delle prossime settimane e le "scaramucce" preelettorali dei mesi scorsi.

Sul modello di quanto avviene nella politica nazionale, infatti, ormai anche nelle città di provincia assistiamo a "campagne elettorali" pressoché permanenti. A Civitanova e Tolentino, i maggiori comuni al voto, le sfide tra candidati e gruppi politici, vecchi e nuovi, sono iniziate con largo anticipo, anche attraverso la frammentazione di coalizioni del passato e la composizione di nuove alleanze, quasi sempre trainate dalla formazione di liste civiche, che – con i loro simboli – tendono ad oscurare o rendere comprimari i partiti conosciuti.

Da anni, inoltre, la propaganda sta assumendo caratteristiche molto simili – nei metodi e nei mezzi utilizzati – alla pubblicità commerciale. Un esempio sono i grandi manifesti "6x3" con foto e slogan del singolo candidato, affissi fino a pochi giorni fa accanto alla pubblicità di automobili e supermercati. È questo il risultato della crescente "personalizzazione della politica", fenomeno ormai diffuso pure a livello locale.

La legge elettorale maggioritaria per l’elezione diretta dei sindaci ha aiutato per anni l’elettore a scegliere la "governabilità" del Comune, ma con la crisi dei partiti questa certezza è venuta meno. Quanto accaduto all’inizio di quest’anno a Camerino con il traumatico "autoscioglimento" del consiglio comunale lo dimostra.

La trasversalità delle coalizioni porta spesso anche a generalizzare sui temi elettorali: "rilancio della città", "cambio di passo", "più partecipazione" sono frasi ricorrenti. C’è da sperare che nelle quattro settimane prima del voto i candidati sappiano fornire concrete indicazioni su come intendono perseguire i loro obiettivi.