La tassa sui rifiuti alle stelle. Oggi il voto sull’ennesimo aumento, ma tra i sindaci c’è chi dice no

Il Piano economico finanziario al vaglio dell’Ata: le nuove tariffe vanno approvate entro il 30 aprile. Se non dovesse arrivare il via libera dei primi cittadini, i conti del Cosmari sarebbero a grosso rischio.

La tassa sui rifiuti alle stelle. Oggi il voto sull’ennesimo aumento, ma tra i sindaci c’è chi dice no

La tassa sui rifiuti alle stelle. Oggi il voto sull’ennesimo aumento, ma tra i sindaci c’è chi dice no

Nei quattro anni che vanno dal 2022 al 2025, in provincia di Macerata la Tari, la tassa su rifiuti urbani, registra un aumento medio di quasi il 23%: una parte già acquisita; un’altra, salvo colpi di scena con conseguenze difficili da prevedere, sarà approvata oggi dall’Assemblea territoriale d’ambito (Ata). In particolare, nella proposta di delibera che l’Ata ha inviato ai sindaci, si definisce il Piano economico finanziario (Pef) relativo alla gestione dei rifiuti, con la distribuzione dei costi da sostenere tra Cosmari Srl, la società che gestisce il servizio, e i Comuni.

Si tratta di valori crescenti, ai quali si accompagna, anno per anno, un incremento della Tari: un valore medio, visto che poi il maggior onere viene spalmato sui Comuni i quali, in relazione alla loro specifica situazione, possono decidere di applicare un aumento inferiore o non applicarlo affatto. E, poi, si deve tener conto di possibili agevolazioni per le categorie sociali deboli. Alla fine della partita, però, i conti devono portare. Il Piano economico finanziario del 2022 ha registrato un valore complessivo di 52.892.655 euro: poco più di 10 milioni riferiti ai Comuni, che si fanno carico di diverse incombenze (quali, ad esempio, quelle di redigere le bollette e inviarle ai cittadini) e 42,6 milioni riferiti a Cosmari. Nel 2023 il valore complessivo è salito a 53,9 milioni, un aumento di un milione, 11,3 riferiti ai Comuni e 42,6 a Cosmari. Una situazione legata per lo più all’elevato indice di inflazione del periodo, tanto che il 2 maggio 2022 sono stati deliberati incrementi della Tari del 3,4% per l’anno in corso e del 2% per il 2023. La Tari va rivista ogni due anni: e oggi si discute proprio di questo. Quest’anno il valore del Pef sale a 58,7 milioni, 4,8 in più (11,9 per i Comuni e 46,8 per Cosmari) con un corrispondente aumento medio della Tari dell’8,9% (le bollette stanno arrivando proprio in questi giorni nelle case dei maceratesi), mentre l’anno prossimo salirà ancora fino a 63,7 milioni (12,3 per i Comuni, 51,4 per Cosmari), con un ulteriore aumento della Tari dell’8,4%.

Sommando i diversi aumenti l’incremento complessivo della tassa sui rifiuti nei quattro anni, è del 22,7%. Le cifre parlano chiaro: dal 2023 al 2025 il Pef registra una crescita di quasi 10 milioni di euro, in gran parte imputabili ai maggiori costi per il trasferimento dei rifiuti fuori provincia, poiché non abbiamo al momento una discarica disponibile che, in realtà, doveva essere pronta da tempo. Naturalmente, gli aumenti sono stati calcolati nel pieno rispetto delle decisioni di Arera, l’Autorità di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del tele calore, e vanno approvati entro la fine del mese di aprile. Ed è quello che dovrebbe accadere oggi. Il condizionale è d’obbligo perché tra i sindaci (ci sono le elezioni amministrative alle porte) c’è un certo malumore, e ci sarebbe anche chi è pronto a chiedere un rinvio o, magari, a non approvare la delibera. Se le nuove tariffe non vengono approvate entro la fine del mese, restano in vigore quelle dell’anno precedente. Ma questo avrebbe un impatto devastante sui conti di Cosmari Srl.