La versione di Parcaroli: "Dimissioni? Solo uno sfogo. Sulla ricandidatura vedremo, ma se ci sono dei giovani..."

Il sindaco dopo giorni di fibrillazioni: non ho intenzione di lasciare, ma bisogna essere uniti "Le elezioni dell’anno prossimo? Questo lavoro è impegnativo anche fisicamente".

La versione di Parcaroli: "Dimissioni? Solo uno sfogo. Sulla ricandidatura vedremo, ma se ci sono dei giovani..."

La versione di Parcaroli: "Dimissioni? Solo uno sfogo. Sulla ricandidatura vedremo, ma se ci sono dei giovani..."

"La minaccia di dimissioni era solo uno sfogo, non ho intenzione di lasciare. Ricandidarmi l’anno prossimo? Vedremo, sarei contento di continuare per inaugurare qualcosa di quello che stiamo facendo, ma se ci sono giovani in grado di coprire questo ruolo, ben vengano". Sandro Parcaroli è reduce da una settimana ad alta tensione: prima le fibrillazioni tra i commercianti e l’assessore Laviano, poi le contorsioni delle maggioranza in consiglio comunale e la minaccia del sindaco di dimettersi. Infine il voto su via Panfilo e sulla biblioteca Mozzi Borgetti che ha calmato le acque.

Sindaco, bisognava arrivare a minacciare le dimissioni per compattare la maggioranza?

"La domanda di base è: chi me l’ha fatto fare? Io non faccio il sindaco per me, ma per fare qualcosa per questa città. La squadra deve stare unita: ci sono i contrasti e le discussioni, ma poi se ne esce tutti insieme. Le dimissioni? L’avrò detto, ma non ho intenzione di lasciare: ero stufo, c’era l’urgenza di approvare la delibera sulla biblioteca per non perdere dei finanziamenti e bisognava fare in fretta. Era uno sfogo, anche il Papa ogni tanto si sfoga".

In giunta i litigi sono continui. L’ultimo anno di mandato sarà un percorso a ostacoli?

"Io gli ostacoli li salto. E li salto grazie a tutti i progetti che stiamo portando avanti. Le piccole beghe non mi interessano".

Però tanti progetti sono in ritardo. Su ospedale, piscine e sottopasso i tempi non sono stati rispettati...

"Sul sottopasso i ritardi sono degli ultimi trent’anni, non dei tre anni da quando ci siamo noi. I soldi per il sottopasso li ho trovati io e comunque i lavori sono in partenza, le analisi propedeutiche sono già iniziate".

A proposito di ritardi: la discarica non c’è ancora e nel frattempo la Tari aumenta...

"Anche qui, si sapeva da dieci anni che la discarica andava fatta, ma nessuno si è mosso. Sono stato io a metterci le mani".

Lei aveva detto che si sarebbe arrivati a una rosa di cinque siti entro l’anno scorso.

"Il problema è che la selezione non la faccio io. Siamo arrivati a una trentina di siti, scenderemo ancora. Nel frattempo bisogna ampliare Cingoli".

Ma il sindaco Vittori ha detto che non darà l’ok prima dell’individuazione del nuovo sito.

"E ha ragione. Rompo le scatole tutte le settimane, ma non sono io a fare la selezione".

Anche sull’acqua non si arriva a una sintesi.

"A me non interessa il modello di società, voglio solo che l’acqua resti pubblica e che ci sia un piano sostenibile, in grado di garantire il personale e gli investimenti futuri. Anche sull’acqua non si trovava una soluzione, così ho chiesto ai tecnici delle società di studiare un progetto, ma non è il piano Parcaroli. Adesso è uscito il progetto Ciarapica: nell’ultima riunione ho detto ai tecnici delle varie società di lavorare su una soluzione, ma bisogna spicciarsi".

Sul caso dei tavolini dei bar avete fatto una figuraccia. Valeva la pena arrivare al Tar?

"Io voglio che tutti lavorino, però i tavolini all’aperto devono avere una sistemazione dignitosa. In centro c’è mancanza di spazi per i cantieri e protestano tutti, residenti e commercianti. Sicuramente avremmo potuto metterci d’accordo e trovare una soluzione. Ora però l’argomento è chiuso: il Tar ha deciso e non mi metto a discutere la decisione del tribunale. Non entro in queste beghe: io non sono contro nessuno".

Però è sembrato che l’assessorato abbia preso di mira Perini per alcune uscite sgradite.

"L’assessore segue quello che dice il sindaco. Io non ho niente contro la Laviano né contro i commercianti".

Gli stessi commercianti che le avevano consegnato le chiavi della città dopo la vittoria alle elezioni hanno chiesto le dimissioni della Laviano.

"Dobbiamo lavorare, ci penso io a metterli insieme. Se c’è uno scontro, sono ridicoli tutti. Io voglio che loro due (Laviano e Giuseppe Romano, presidente dei commercianti del centro, ndr) si parlino: non sostituisco nessun assessore, sarebbe una sconfitta".

Macerata è ancora una città in declino, anche demografico.

"In realtà nel 2023 abbiamo avuto 271 nati, cinquanta in più rispetto all’anno precedente e siamo passati da 40.679 a 40.790 residenti. Non c’è declino".

In Consiglio la Lega ha detto che c’è un problema legato a immigrazione e sicurezza.

"Andrebbero potenziati gli organici delle forze dell’ordine. Ci sono tante persone in giro che non si sa cosa facciano: vanno controllate. Ma la situazione è migliorata tantissimo: a Macerata siamo messi meglio rispetto, per esempio, a Civitanova".

Dopo la chiusura dei progetti di accoglienza del Comune, i richiedenti asilo a Macerata sono raddoppiati.

"Non conosco i numeri, ci sono dei progetti di accoglienza della Chiesa e spero che queste persone siano seguite, non lasciate allo sbando come accadeva in passato. Noi quella situazione l’abbiamo stoppata. L’accoglienza va bene, ma deve essere accompagnata dall’integrazione. È quello che facciamo con tanti minori non accompagnati, affidandoli a famiglie che se ne prendono cura".

Sono iniziate le manovre in vista delle elezioni dell’anno prossimo. C’è chi parla di Francesca D’Alessandro e di Paolo Renna. Lei si ricandiderà?

"Io verrò da cinque anni in Comune e quattro in Provincia, dove tra l’altro è una stupidaggine che il presidente debba essere un sindaco. La prossima settimana (sorride, ndr) farò un check up e delle analisi mediche per vedere come sto, perché il ruolo di sindaco è impegnativo e bisogna essere in forma. Se ci sono giovani in grado di ricoprire questo ruolo e mettere tutti d’accordo, allora largo ai giovani, ben vengano, perché fare questo lavoro è impegnativo anche fisicamente. Ma non nascondo che sarei contento di continuare per inaugurare qualcosa di quello che stiamo portando avanti, non tanto per me ma per la città. Vedremo... ora l’importante è votare per le Europee".