Le spoglie della Beata Mattia sono tornate nella concattedrale

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Una moltitudine di fedeli ha letteralmente invaso la concattedrale di Santa Maria Assunta nel pomeriggio di sabato per partecipare alla cerimonia di chiusura della ricognizione canonica della Beata Mattia, da sempre considerata la protettrice dei matelicesi. A rendere ancora più numerosa la folla è stato il fatto che grazie ad avanzate tecniche di ricostruzione maxillo-facciali per la prima volta è stato possibile vedere il volto più verosimile possibile a quello che doveva avere la monaca badessa, quando morì all’età di 67 anni nel 1320. Suor Rosaria Rodriguez, badessa del monastero delle clarisse, che da secoli custodiscono le sacre spoglie, ha affermato in merito che "oggi la Beata Mattia è tornata ad avere un volto che si avvicina a quello che doveva aver avuto in vita e che sicuramente la renderà ancora più cara ai matelicesi ed ai fedeli che la invocano". La cassa di cristallo è stata quindi sigillata con all’interno gas radon a protezione delle reliquie da fattori inquinanti esterni. La solennità della cerimonia è stata accentuata ovviamente dalla presenza del vescovo di Fabriano – Matelica e di Camerino – San Severino Marche, monsignor Francesco Massara, affiancato dai rappresentanti del tribunale ecclesiastico e della commissione costituita per la ricognizione con i tecnici dell’Unicam che hanno condotto le analisi: monsignor Lorenzo Paglioni, monsignor Sandro Corradini, il padre provinciale della Provincia Picena dei Frati Minori, padre Simone Giampieri, l’ex provinciale padre Ferdinando Campana, numerosi frati, il viceparroco don Francesco Olivieri ed eccezionalmente anche da un nutrito gruppo di suore clarisse del monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica e di altri vicini monasteri.

Matteo Parrini