L’oculista ora si vede: "Ci scusiamo per l’accaduto"

Dopo la protesta di Copponi per la mancata visita, la direttrice dell’Area Vasta: "Un errore, abbiamo fissato un altro appuntamento"

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Sarà il primario di oculistica oggi a visitare Giancarlo Copponi, il pensionato 74enne di Muccia beffato dal Cup: quando si è presentato in ospedale per il suo appuntamento, non ha trovato nessuno. "Si è trattato di un errore del centro unico di prenotazione – spiega la direttrice generale dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi (nella foto) –. Mi sono scusata con lui per l’accaduto e abbiamo provveduto in brevissimo a rimediare al problema, fissando subito un’altra visita". Il dottor Ramovecchi (Vincenzo, ndr) dunque oggi controllerà il fondo dell’occhio del pensionato, una visita che lui deve fare in maniera periodica in quanto malato di diabete. Come prescritto dal suo medico di base, Copponi aveva prenotato l’esame ad aprile attraverso il Cup, ottenendo l’appuntamento a Camerino per il 9 settembre. Invece, arrivato in ospedale nel giorno e nell’ora concordati, aveva trovato solo un’infermiera: non c’era nessun oculista, e l’infermiera si era limitata a rispondere al pensionato che doveva tornarsene a casa. Copponi si era alquanto risentito per l’accaduto e per la mancanza di spiegazioni, e aveva raccontato la vicenda al giornale. Ieri lo hanno rintracciato l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e la direttore Corsi, ed è stata quest’ultima a risolvere l’inghippo, fissando un nuovo appuntamento. "Sono certo che quanto avvenuto non sia colpa della dottoressa Corsi – ha commentato Copponi –, e mi sono scusato con lei, ma purtroppo io sono deciso a presentare la mia denuncia contro la gestione dell’Area vasta. Lo farò questa mattina, ho preso appuntamento in caserma. Mi sembra giusto fare tutto quello che posso, come ho fatto in tutta la mia vita, per difendere i diritti. In questo caso si tratta del nostro diritto alla salute, che è stato negato". La notizia di quanto avvenuto a Copponi ha sollevato molto clamore a Camerino e nei dintorni, dove i residenti sono da sempre in allarme per quanto riguarda i loro presidi sanitari, minacciati da continui tagli e riduzioni. In tanti hanno chiamato il pensionato, chiedendo chiarimenti. Il caso sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. Chi vive nell’alto Maceratese si confronta ogni giorno con servizi sempre più minimali, conseguenza del calo della popolazione dovuto anche al terremoto. E la riduzione dei residenti rischia di far diminuire ancora di più i servizi, in una spirale di impoverimento che chi vive a ridosso dei Sibillini vuole a tutti i costi scongiurare.

Paola Pagnanelli