L’omaggio a Vanni Leopardi nell’arte di Greco

Taglio del nastro per la mostra "Io, Giacomo" "Esposte immagini pittoriche dal forte impatto".

L’omaggio a Vanni Leopardi nell’arte di Greco

L’omaggio a Vanni Leopardi nell’arte di Greco

Porta con sé il ricordo del conte Vanni la nuova mostra d’arte "Io, Giacomo" inaugurata ieri a Casa Leopardi, nella Stanza del ‘900, spazio espositivo destinato alle arti moderne e contemporanee nel piano della biblioteca. Ad essere esposte fino alla fine di giugno sono le opere del pittore Antonio Greco e la mostra nasce dall’incontro fra l’artista e Vanni Leopardi, pronipote del Poeta e custode delle sue memorie. Una coincidenza che ha dato vita ad una vera amicizia fra il giovane pittore e il discendente. "Insieme hanno pensato a questo progetto che oggi, finalmente, vede la luce – ricorda la contessa Olimpia Leopardi, figlia di Vanni –. La sensibilità di Antonio Greco, caratteristica che già colpì mio padre si traduce in immagini pittoriche di indubbio impatto, capaci di declinare alcuni dei temi cardine del pensiero di Leopardi attraverso un mezzo espressivo apparentemente lontano dagli strumenti del poeta e dello scrittore, ma in realtà a lui prossimi. Giacomo osservò quegli oggetti che Antonio ha rappresentato, toccò quelle pagine e ne fece suoi i contenuti, insegnò il gioco degli scacchi alla marchesa Gertrude Cassi Lazzari e, complice quel gioco, sperimentò per la prima volta l’amore. Mi piace pensare che queste opere riportino a Casa Leopardi una parte di ciò che Giacomo è stato". L’opera di Greco, attraverso un sottile gioco di calcolate associazioni e di rimandi fra oggetti e luoghi di affezione leopardiani, indaga i più importanti temi esistenziali: lo scorrere del tempo, lo sdoppiamento fra inconscio e natura, il conflitto fra l’esistere terreno di tutte le umane cose e il potere vivificante dell’immaginazione. Greco è nato a Siracusa nel 1982 e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi nel 2006. "Il mio lavoro pittorico indaga sia il rapporto intimo con gli oggetti d’affezione, elementi cardine della quotidianità che ci accompagnano durante la vita, che la condizione umana e le nostre domande esistenziali, spiega l’artista stesso. Protagonista di questa esposizione è appunto lo scenario dei luoghi che furono teatro della profonda ricerca esistenziale del Leopardi: i suoi libri, gli strumenti per l’esplorazione del reale, la pendola nella camera dove nacque, a scandire il lento, inesorabile fluire del tempo o la scacchiera, come metafora della vita". "Dopo la nuova esperienza delle mostre collettive di arte contemporanea – aggiunge infine Olimpia Leopardi – che abbiamo ospitato in questo ultimo biennio, siamo pronti a riaprire le sale del nostro palazzo". Che dall’inizio di gennaio e sino a marzo ha visto al lavoro, nei saloni e nella biblioteca, gli operai per una importante operazione di ristrutturazione. In particolare sono state ritinteggiate le pareti, con l’attento restauro degli affreschi, e si è dato colore ai pavimenti che sono ritornati ad essere come era ai tempi del Poeta con l’originaria luce.

AntonioTubaldi