Luce e gas, ecco quanto pesa la stangata

Dalle aziende energivore ai piccoli negozi di paese: bollette da capogiro per le attività. "Impossibile andare avanti in queste condizioni"

di Lucia Gentili

Settembre amaro per imprenditori, artigiani e commercianti, che sentono già la stangata d’autunno. I rincari non risparmiano nessuno, purtroppo, dalle aziende energivore ai piccoli negozi di provincia. Tutti i settori sono coinvolti, dal metalmeccanico all’agricoltura, passando per fonderie, cartiere, supermercati, parrucchieri. In media, i rincari equivalgono a un raddoppio, fino ad arrivare a pagare sei volte tanto, come per la fonderia di Caldarola. "L’unica soluzione, al momento, è un intervento del governo in merito – esordisce l’allevatrice Alba Alessandri, presidente sia provinciale che regionale di Coldiretti Giovani Impresa e membro dell’esecutivo nazionale –. Come associazione abbiamo spinto per far sì che fosse aperto il bando per realizzare impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e agriturismi. E ci siamo riusciti, ma certo ci vorrà qualche mese prima che partano i lavori, quindi il governo che uscirà fuori dalle elezioni dovrà occuparsene immediatamente. Le aziende stanno soffrendo e non possono continuare così. Tutto questo aumento di costi si ripercuote anche sui consumatori: pure loro vessati dagli aumenti, risparmiano dove possono e lo fanno anche sul cibo".

Alcuni imprenditori stanno mettendo in atto strategie di risparmio. "Fortunatamente – spiega Benedetto Cesaretti, direttore di Nerea a Castelsantangelo sul Nera – già da qualche anno l’azienda aveva iniziato un percorso di abbattimento dei propri impatti ambientali, con interventi di investimento per l’ammodernamento degli impianti e la riduzione dei consumi energetici, che oggi ci stanno aiutando. Nell’ultimo mese sono stati pianificati altri due interventi, sempre finalizzati all’abbattimento dei consumi; uno verrà completato a novembre e l’altro in primavera, per oltre 1,5 milioni. Stiamo pianificando la produzione in funzione dell’andamento orario del costo giornaliero dell’energia. Nonostante questo, a fine anno avremo completamente eroso il margine aziendale". "Se le cose non dovessero cambiare – conclude Fulvio Del Monte, che fa pane, dolci, prodotti da forno e pasticceria –, saremo costretti a non rinnovare i contratti a termine. Lo Stato deve intervenire. Se però lo fa come per la pandemia che, ad esempio, a fronte di una perdita di 500mila euro ne dà 7mila, la situazione non cambierà molto".