Mal di testa invalidante: ne soffrono di più le donne

Il reparto di Neurologia accreditato per sviluppare percorsi terapeutici al femminile. Medici: "In alcuni casi utilizziamo un anticorpo monoclonale e nuovi farmaci d’attacco"

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di Franco Veroli

Si dice spesso "un banale mal di testa". Qualche volta è così, ma in molti altri casi – in crescita - si tratta di una patologia tutt’altro che banale, che può creare serie difficoltà e compromettere la qualità della vita. Lo sanno bene Emanuele Medici, primario dell’Unità Complessa di Neurologia dell’ospedale di Macerata e tutti gli operatori del suo staff, visto che proprio di recente il ’Centro cefalee’ che fa capo al reparto ha ottenuto l’accreditamento dalla Fondazione Onda per sviluppare "percorsi al femminile per l’emicrania".

Dottor Medici di cosa parliamo quando diciamo cefalee?

"Parliamo di mal di testa, un disturbo che può essere occasionale, ma che molte volte è frequente e intenso. Ci sono cefalee primarie, quelle che non derivano da altre condizioni mediche, e quelle secondarie, sintomo di un’altra patologia, come trauma cranico, tumore o malattie infiammatorie. Tra le primarie parliamo soprattutto di emicrania e di cefalea di tipo tensivo. L’emicrania interessa circa il 14% della popolazione mondiale, percentuale che sale anche al 25% se riferita alle sole donne, quadro confermato dalla situazione italiana: abbiamo oltre 6 milioni di emicranici, 4 dei quali sono donne. Insomma, stiamo parlando - di fatto - di una patologia di genere".

Come mai?

"Ci sono diversi motivi. Ma è chiaro che incide in modo rilevante la ciclicità ormonale della donna in età fertile. Non a caso sono colpite soprattutto le donne di 304050 anni. Ma abbiamo anche casi di ragazze di 13 – 15 anni".

Con la menopausa il mal di testa svanisce?

"Migliora o sparisce in un terzo dei casi. In un altro terzo resta come prima e in un altro può persino peggiorare".

Che significa soffrire di questa patologia e con quali conseguenze?

"Abbiamo persone che hanno 10 o anche 15 episodi di emicrania al mese, vale a dire uno ogni due giorni, una situazione fortemente invalidante, visto che crea problemi lavorativi e incide sulla qualità della vita".

Come affrontate questa patologia?

"Abbiamo un ambulatorio con servizi dedicati, un Centro cefalee, che ha ottenuto l’accreditamento dalla Fondazione Onda, di cui è responsabile la dottoressa Katiuscia Nardi. Visitiamo, trattiamo e seguiamo nel tempo i pazienti, e siamo in grado di dare risposte efficaci anche con terapie innovative".

Ad esempio?

"Quando non funziona o non è sufficiente la terapia farmacologia standard usiamo l’anticorpo monoclonale anti Cgrp, la proteina coinvolta nei meccanismi che portano al dolore dovuto all’emicrania. L’anticorpo monoclonale blocca l’azione del Cgrp e rappresenta una vera rivoluzione nella terapia dell’emicrania. Ma abbiamo anche nuovi farmaci d’attacco, da somministrare al bisogno, i cosiddetti Gepanti e Ditani, che sono efficaci nel trattamento di profilassi, di prevenzione, l’aspetto più importante, perché attraverso di esso si riduce il numero e l’intensità degli episodi"