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Maxi frode, un civitanovese ai domiciliari
Una maxi frode da 18 milioni di euro nel settore del commercio all’ingrosso di bevande, maturata attraverso la sottrazione dell’Iva all’erario, ha portato i Comandi provinciali della guardia di finanza di Roma e Foggia, su delega della Procura europea di Roma, all’esecuzione di otto misure cautelari. Tre persone sono in carcere e cinque agli arresti domiciliari, tra questi l’imprenditore civitanovese Claudio Recchioni. Le accuse ipotizzate vanno dall’associazione a delinquere alla frode fiscale e all’auto riciclaggio, condivise dal giudice per le indagini preliminari di Foggia che ha emesso un provvedimento con cui, contestualmente, dispone il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 18 milioni di euro, corrispondenti, secondo le indagini, all’ammontare dell’Iva sottratta all’erario e al profitto dei reati contestati. Secondo le fiamme gialle, l’associazione a delinquere si sarebbe interfacciata con numerose società, alcune delle quali formalmente con sede in Bulgaria. Un intreccio, tecnico e finanziario, fatto emergere attraverso i canali della cooperazione giudiziaria internazionale. Gli indagati avrebbero praticato prezzi concorrenziali rispetto alle altre società, evadendo l’Iva grazie alle società cartiere italiane e bulgare, soggetti creati per produrre documenti contabili per frodare il fisco, e tutte gestite da Foggia e con un unico apparato organizzativo in Puglia, di beni e persone.