Mobilitazione per le donne iraniane "Facciamo sentire la nostra voce"

L’iniziativa del Comitato consultivo di parità: "Assurdo essere uccise per una ciocca di capelli"

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"Facciamoci sentire", è stato ripetuto più volte ieri e si è alzata forte più che mai la voce delle maceratesi solidali con le coraggiosissime donne iraniane in lotta per i loro diritti. È una protesta che non ha confini e che nel Maceratese non intende fermarsi a uno slogan e a qualche iniziativa sporadica, ma sarà costante e continua perché il tam tam non si fermi e si unisca con quelle provenienti da più parti per essere più forte e potente che mai. È quanto emerso in occasione dell’iniziativa promossa dal Comitato consultivo di parità della Provincia di Macerata presieduto da Debora Pantana, che è stata presentata nella Sala Castiglioni della biblioteca comunale. Abbraccia il mondo la protesta per la morte di Masha Amini, arrestata e poi picchiata a morte dalla polizia morale perché indossava male l’hijab che lasciava intravedere una ciocca di capelli. "Dobbiamo far sentire la nostra voce e quella di tutte le donne – ha detto Pantana – in questo particolare momento". È stato preparato per l’occasione un manifesto. "Purtroppo – ha detto Federica Curzi, ideatrice del manifesto assieme alla maceratese Alice Pietrella – si parte da una vittima ed è così quando riguarda i diritti delle donne. Ed ecco l’impegno di ciascuna per ridare dignità a chi l’ha persa, cioè alla vittima. Nel manifesto si leggono bene le parole “Donna, libertà, vita’’". È poi intervenuta la docente Paola Ballesi: "Nel manifesto – ha detto – c’è il viso di una donna in negativo perché simboleggia la donna che non c’è più". "È un grido di protesta – ha detto Sabrina De Padova – ed è importante che sia itinerante". Ha aderito con entusiasmo all’iniziativa Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Fondazione Carima. "Sempre al fianco delle donne invisibili e ce ne sono in Italia e nel resto del mondo". Un messaggio da un piccolo paese colpito dal sisma: "Nella nostra amministrazione – ha detto Serenella Marano del Comune di Bolognola – ci sono stante donne che stanno lottando per far rinascere il paese dal terremoto e uniamo la nostra voce a quella di tante altre dopo quanto successo in Iran". È poi intervenuta Ivana Marchegiani. "Mi occupo di imprenditoria femminile – ha detto – e sono rimasta scioccata dalla morte di una ragazza perché ha mostrato una ciocca di capelli". Ilaria Ferranti della polizia locale ha ricordato la lotta delle donne per farsi valere nel mondo del lavoro. La pediatra Mirella Staffolani ha sottolineato quanto sia necessario che il messaggio sia capillare: "Mi sento parte integrante del progetto". Sono intervenute Dunia Romoli e Maria Leonori del Soroptimist che allarga lo sguardo: "Non ci dimentichiamo nemmeno delle afgane". Le donne maceratesi sono pronte a mettersi in moto. "Faremo banchetti", dice la treiese Edi Castellani. "Questo manifesto sarà affisso nei Comuni e andremo al Consiglio europeo – dice Pantana – per partecipare ai lavori di alcune commissioni".

Lorenzo Monachesi