Morto al rave, dopo 9 anni nessun colpevole

Macerata: Diego Luchetti fu investito da un’auto, ma non quella di Carlo Malatini, assolto dal giudice: il pm aveva chiesto la condanna

Diego Luchetti, il giovane di Loro Piceno morto in un rave vicino San Severino

Diego Luchetti, il giovane di Loro Piceno morto in un rave vicino San Severino

San Severino (Macerata), 14 settembre 2022 -  Nessun colpevole per la morte di Diego Luchetti, il 18enne di Loro Piceno trovato senza vita nei pressi di un rave party organizzato tra Gagliole e San Severino, l’8 settembre del 2013. A distanza di nove anni da quella tragedia, ieri è stato assolto il ragazzo che era stato accusato di averlo investito e ucciso.

La vicenda fu dolorosissima. Quella notte Luchetti, studente all’Itas di Macerata e calciatore con il Montegiorgio, pieno di vita e di amici, era stato convinto dalla sua comitiva ad andare alla festa non autorizzata in programma sul monte Faito, in una zona isolata.

All’alba, non vedendolo più, gli amici andarono a cercarlo. Lo trovarono sotto a un’Opel Corsa lasciata tra le tante auto e camper parcheggiate vicino al rave. Purtroppo, per il ragazzo non c’era più nulla da fare. A guidare l’auto era il monteluponese Carlo Malatini, all’epoca 20enne. In base ad alcune testimonianze e all’autopsia, che individuò lo schiacciamento come causa della morte di Luchetti, Malatini fu accusato di omicidio colposo. Al termine del processo, nel quale sono stati sentiti anche i giovani che quella sera erano con l’imputato e la vittima, ieri il pm Raffaela Zuccarini ha chiesto la condanna a tre anni per Malatini.

Per l’accusa, il ragazzo non si sarebbe accorto di Luchetti, addormentato a terra, e lo avrebbe investito. L’avvocato Paolo Maggini invece, difensore dell’imputato, ha evidenziato una serie di elementi che smontavano la ricostruzione della procura. Per prima cosa, le tracce di pneumatico su Luchetti sarebbero state di 22 centimetri, ma le ruote della Opel erano larghe 16 centimetri. Sull’auto non era stata fatta alcuna perizia, per individuare altri segni dell’investimento.

Il professor Rino Froldi, nella sua consulenza tossicologica, aveva dichiarato che Luchetti aveva bevuto e assunto una sostanza, la ketamina, che non fa dormire, ma rende un soggetto non presente a se stesso, mette in condizioni di compiere azioni non logiche; dunque Luchetti non poteva dormire sul prato, all’arrivo di Malatini.

I suoi amici per altro, quando lo avevano trovato, lo avevano messo in auto e portato a Gagliole, dove avevano atteso l’ambulanza: non era stato possibile stabilire dove fosse esattamente rispetto alla Opel. E nessuno degli amici di Malatini aveva visto o sentito nulla di anomalo, all’arrivo nel campo dove era stato organizzato il rave. Una serie di elementi, dunque, che per la difesa rendevano impossibile dimostrare l’accusa a carico di Malatini. E proprio questi dubbi hanno convinto il giudice Andrea Belli, che ha assolto l’imputato "per non aver commesso il fatto", non essendo chiara e precisa la prova contro di lui.

Per Malatini, da nove anni con la spada di Damocle di una condanna per omicidio colposo, la sentenza è stata una liberazione. Per la famiglia, resta il buio sui fatti di quella orribile sera. I genitori di Diego non hanno voluto prendere parte al processo, e dopo aver raggiunto una transazione con l’assicurazione hanno rinunciato subito a seguire la vicenda in tribunale.