Macerata, donna partorisce fuori dall'ospedale

Il bebè non vuole aspettare i medici: il piccolo è venuto alla luce sul prato dietro alla statua di Padre Pio

Il punto dove è nato il bambino

Il punto dove è nato il bambino

Macerata, 12 ottobre 2018 - Non voleva aspettare neanche un secondo di più: così il piccolo è venuto alla luce sul prato, alle spalle della statua di Padre Pio, all’esterno dell’ospedale. A nulla è valsa la corsa da Corridonia a Macerata di una coppia pakistana. Padre e madre hanno fatto appena in tempo a rendersi conto che stava per uscire fuori, e sono partiti per l’ospedale. Ma non hanno fatto in tempo ad arrivarci: il bimbo è nato alle 22.40 di mercoledì, sull’erba del piccolo parco davanti l’area vecchia dell’ospedale. Sta benissimo, ha molti capelli e pesa circa tre chili. Un parto durato in tutto dieci minuti al massimo. La mamma, una trentina d’anni, sorride ora, felice e rilassata, mentre il padre ringrazia tutti per la velocità nell’intervento, e si dice contento che mamma e figlio stiano così bene.

«FINO alle 20.45 della sera in questione i coniugi stavano a casa tranquilli – spiega Mauro Pelagalli, primario di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Macerata –, lei non si era resa conto di nulla. Poi, all’improvviso, è scattata l’emergenza, quando la testa del bimbo è scivolata nel canale vaginale». Da Corridonia, dove risiedono, hanno fatto appena in tempo ad arrivare davanti l’ospedale che il bambino stava uscendo. «Il padre ha visto che la situazione era proprio critica e ha avuto la prontezza di chiamare il 118 – prosegue Pelagalli –, e gli operatori, che si trovano a pochi metri di distanza da quel punto, si sono precipitati, e anche le ostetriche si sono messe a correre per le scale. Ma, quando sono arrivati, il piccolo era già nato, sul prato appunto. L’evento era stato rapidissimo. Hanno avvolto il bimbo in una coperta termica e si sono presi cura della donna, ed entrambi sono stati subito portati in reparto, dove è stato reciso il cordone ombelicale e dove la mamma ha «fecondato», cioè ha espulso la placenta. Una prima valutazione delle condizioni della donna era stata fatta sull’erba, un’altra subito in sala parte. Tutto è andato bene, la mamma non ha avuto emorragia e per il bimbo non c’è stata sofferenza fetale».

Il parto è stato fisiologico, non prematuro. «Si è trattato di in un parto tra i cosiddetti precipitosi, o espulsivi – precisa Pelagalli –, sono piuttosto rari, la loro incidenza si aggira intorno allo 0,7-0,8 per cento. Se la donna è impegnata, se sta facendo altro, può anche non accorgersi per niente che sta per partorire, il dolore ha pochissima rilevanza e può essere confuso con lo stimolo a urinare o con un senso di nausea o magari con un piccolo senso di pressione sull’addome. Segnali, comunque, che non sono necessariamente riconducibili a contrazioni uterine, finché la testa non comincia a entrare nel canale vaginale. Specialmente nelle donne che hanno già avuto un figlio poi, il canale tende ad aprirsi con più rapidità».

Nell'arco di tutta la sua carriera, Pelagalli ha memoria di un solo altro episodio simile. «Tanti anni fa – ricorda il primario di Ostetricia e ginecologia –, quando ero ancora a San Severino, una donna che aveva già partorito mentre stava venendo in macchina all’ospedale, è arrivata con il bambino già nato. In ogni caso, al pronto soccorso di Macerata abbiamo allestito una postazione apposta per i parti precipitosi, se capita che arrivi la donna che sta per partorire siamo attrezzati, pronti a far nascere il bimbo in pochissimi minuti».