Non è una terra per ragazzi "Ora si investa sui servizi"

L’analisi della sociologa Crespi dopo la classifica sulla qualità della vita "Qui gli anziani vivono bene, ma senza giovani ne risentiranno anche loro"

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di Franco Veroli

"Gli indicatori della qualità della vita presentati dal Sole 24 Ore forniscono uno spaccato interessante per analizzare il contesto sociale e i rapporti tra le diverse generazioni del territorio della città e della provincia". Isabella Crespi, professoressa di Sociologia all’Università di Macerata, rileva, innanzitutto, che su tutti gli indicatori hanno inciso in maniera rilevante alcuni fenomeni, quali la pandemia negli ultimi due anni e la situazione post sisma, già preesistente a quella pandemica. Il territorio dunque va analizzato anche alla luce di questi aspetti per tenere conto di alcune differenze sostanziali rispetto ad altre zone d’Italia. "Tuttavia – spiega – non possiamo non evidenziare come alcuni indicatori relativi alla fascia dei giovani e dei bambini pongano alcuni problemi, soprattutto in termini di prospettiva di sviluppo. Centrale è il tema dei servizi. Se per alcuni aspetti la disponibilità di scuole senza barriere e aree verdi sono sostanzialmente nella media, la provincia rivela alcuni punti di debolezza sugli asili nido, e su questo è necessario un ragionamento perché certi temi poi impattano sia sulla propensione al matrimonio e al fare famiglia, sia sulla ricerca di un lavoro in provincia".

Per quanto riguarda la questione dei giovani, ossia quelli compresi tra 18 e 35 anni, "l’aspetto più significativo è che nel momento in cui si trovano ad attivare percorsi di formazione, scelte di vita e poi anche di transizione alla vita adulta, sembrano privilegiare altri luoghi, altre province e altre realtà". Una situazione che va sicuramente riferita alla disponibilità di servizi e attività che possono essere di stimolo e di interesse sul territorio, ma anche alla maggiore o minore difficoltà all’ingresso nel mondo del lavoro. Ma pesano anche "le prospettive di conciliazione famiglia-lavoro che poi il territorio offre per coloro che decidono di compiere una transizione verso una famiglia e verso l’età adulta in generale, rimanendo in provincia" . "La classifica – prosegue la Crespi – vede la provincia di Macerata ben collocata dal punto di vista del benessere della fascia d’età più avanzata, quella anziana, grazie anche a un tessuto sociale e familiare che nel tempo ha tenuto, ed è stata anche una risorsa per le sfide passate. Tuttavia una società di anziani che vivono bene, ma senza giovani, è destinata ad una progressiva chiusura su se stessa. E sono poi i giovani e le giovani, da adulti, a garantire il benessere anche per le generazioni precedenti. Se il territorio perde competenze e giovani, in futuro anche gli anziani ne risentiranno a livello di servizi e di territorio. I rapporti tra generazioni sia all’interno delle famiglie, ma anche più in generale – conclude la prof – ci dicono che le generazioni adulte e anziane tendono a mantenere e conservare ciò che hanno ottenuto, mentre i giovani sono spinti alla ricerca di nuove strade. In questo gioco generazionale, le diverse realtà possono favorire alcune generazioni oppure altre con scelte più o meno in linea con le esigenze emergenti. La riflessione e le scelte politiche potrebbero dunque porre attenzione a una visione più integrata di esigenze diverse e, se possibile, di lungo periodo".