Nuova discarica: corsa contro il tempo

Riunione del comitato ristretto: la Regione ha sollecitato la scelta del sito. Rifiuti fuori provincia fino a quando non sarà pronto l’impianto

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di Franco Veroli

Una riunione voluta tanto dal presidente della Provincia, Sandro Parcaroli (che è anche presidente dell’Ata, Assemblea territoriale d’ambito), quanto dal Cosmari. E’ quella che si è svolta ieri pomeriggio con i sindaci del cosiddetto comitato ristretto per fare il punto della situazione sulla problematica dei rifiuti e, soprattutto, per accelerare l’individuazione del nuovo sito in cui realizzare la nuova discarica di appoggio all’attività di Cosmari Srl. Obiettivo per raggiungere il quale la prima cosa da fare è completare l’analisi localizzativa delle aree idonee ad ospitare l’impianto, operazione affidata alle Università di Ancona (per la parte tecnica) e Macerata (per la parte amministrativa), per cui l’Ata ha previsto in bilancio uno stanziamento di 45mila euro. A partire da quanto già fatto, cioè dalle 70 macroaree individuate sul territorio provinciale con superfici idonee variabili da 30 a 130 ettari, distribuite su 18 Comuni, si dovrebbe arrivare a 1012 siti nell’ambito dei quali fare la scelta. L’accelerazione è legata sia alle "sollecitazioni" della Regione (con i vertici della quale Provincia e Cosmari si sono già incontrati), sia al fatto che la soluzione temporanea trovata (l’ampliamento della discarica a Fosso Mabiglia di Cingoli) scadrà nell’ottobre 2023, se non prima, poiché si esaurirà la capacità di abbancamento. E’ comunque praticamente certo che per questa data il nuovo impianto non sarà pronto e che, inevitabilmente, dovremo portare i rifiuti fuori provincia: non in provincia di Fermo, né in quella di Ascoli Piceno: più probabilmente (bisognerà verificare la disponibilità), in provincia di Pesaro Urbino, con un notevole aggravio dei costi che sarà tanto più pesante, tanto più sarà lungo il tempo da aspettare per la nuova discarica. Puntare nuovamente su un temporaneo ampliamento dell’attuale impianto di Cingoli non sembra realistico: la capacità di abbancamento è stata già ampliata per 97.350 metri cubi rispetto ai 450mila autorizzati nel 2011 (costato tra l’altro 3,6 milioni di euro erogati al Comune come "indennizzo"). Una vicenda che va avanti, senza sbocco da alcuni anni, e che ha visto già fiorire dodici ricorsi al Tar rispetto ai primi atti inerenti ai criteri localizzativi per individuare le aree idonee per la discarica. La situazione è stata poi ulteriormente complicata dal fatto che l’esclusione del territorio dei comuni di Montelupone, Morrovalle, Tolentino e Cingoli dalla possibilità di ospitare la futura discarica, decisa in precedenza, non sarebbe congrua con i principi stabiliti a livello regionale in tema di rifiuti urbani. Va, perciò, tolta dalla proposta del piano d’ambito dell’Ata 3 di Macerata. Certo è che ieri sera tutti i sindaci sono convenuti sul fatto che si è già in ritardo e bisogna accelerare. Quando si parla di rifiuti, però – l’esperienza insegna – non sempre alle buone intenzioni corrispondono corrispondono i fatti. Vedremo.