Omelia Macerata, difende il prete "Ora il rettore si dissoci dalla prof"

La prof schierata con don Leonesi, Officina Universitaria scrive ad Adornato: non è questa l’Università che stiamo costruendo

La prof Clara Ferranti, docente dell’Università di Macerata

La prof Clara Ferranti, docente dell’Università di Macerata

Macerata, 6 novembre 2020 - Quelle parole sull’aborto (video) e la pedofilia risuonano ancora nella chiesa dell’Immacolata. L’omelia della discordia pronunciata da don Andrea Leonesi durante la messa per i ragazzi universitari ha riportato la città (suo malgrado) sotto i riflettori delle cronache nazionali. Così domani, alle 15.45 in piazza Mazzini, arriveranno decine di manifestanti per "ribadire il diritto di autodeterminazione delle donne", come hanno chiesto le attiviste di "Non una di meno", il movimento femminista che ha organizzato un sit-in di protesta dopo le parole del vescovo. Oggi, invece, saranno le telecamere di "Pomeriggio cinque", la trasmissione di Barbara D’Urso, a collegarsi da Macerata per mandare in onda un servizio nel corso del quale si è tentato di rintracciare (invano) anche don Andrea.

Ma il parroco dell’Immacolata, da quando è al centro delle proteste, si è trincerato nel più assoluto silenzio. A prenderne le difese, nei giorni scorsi, oltre al vescovo Marconi, è stata la professoressa Clara Ferranti, già finita alla ribalta delle cronache, nel 2017, per avere chiesto ai suoi studenti di recitare un’Ave Maria prima dell’inizio delle lezioni.

Dopo avere spiegato che "don Leonesi sull’aborto ha ribadito una sacrosanta verità", la prof ha aggiunto che "l’aborto diventa la giustificazione oscena di una pratica eugenetica". Ma queste parole hanno scatenato la ferma presa di posizione degli studenti di Officina Universitaria, che hanno scritto una lettera al rettore Francesco Adornato, affinché si esponga "pubblicamente e condanni l’accaduto, rivendicando i valori di quella Università dell’umanesimo che innova che stiamo costruendo insieme", scrivono gli studenti.

Un appello a prendere le distanze sia dall’omelia di don Andrea, che dalle parole della professoressa, che Officina Universitaria estende anche agli altri studenti che vorranno condividerlo. "L’intera vicenda urta la nostra sensibilità e i valori di cui siamo portatori in qualità di rappresentanti degli studenti – si legge nella lettera al rettore –. Queste parole relegano il femminismo a un semplice capriccio, ignorando il tortuoso percorso di conquista dei diritti che c’è dietro, portando alla luce una visione della società arretrata e patriarcale, travisando le parole dei testi sacri per rafforzare l’idea di necessaria sottomissione della donna all’uomo. Non solo, con pesanti affermazioni la docente insulta gran parte della platea studentesca con cui tutti i giorni si interfaccia. Come studentesse, come donne e come femministe, ci sentiamo offese dalle sue parole, che lasciano trapelare un vero e proprio giudizio nei confronti di quelle che potrebbero benissimo essere le scelte di alunne".