
"Opere pubbliche, nulla di fatto"
"È stata una commedia degli equivoci" secondo la lista civica "Porto Recanati 2021-2026" l’ultima seduta di consiglio comunale, chiamato ad approvare il rendiconto del 2023 che presenta un importante avanzo di amministrazione, ma – sottolinea il consigliere di opposizione Alessandro Rovazzani – "poche o niente opere pubbliche pur programmate e finanziate. Partivamo da un bilancio di previsione con 19 milioni di euro destinati alle opere pubbliche: in sede di rendiconto gli impegni sono di 15 milioni di euro, ma realizzati solo per un milione e 70mila.
Infatti solo alla data del 30 novembre scorso sono stati conferito agli uffici due milioni e 200mila euro che sono stati poi impegnati con determine per non perderli, ma certo gli uffici non hanno potuto spendere niente visto il poco tempo a disposizione".
Rovazzani e la sua collega di lista Maria Grazia Nalmodi criticano la "scarsa programmazione con cui sta operando la giunta comunale guidata da Michelini, che non riesce a mettere gli uffici in condizione di poter lavorare serenamente rispettando i termini previsti, tanto che le opere pubbliche programmate nel corso del 2023 non sono state realizzate, se non in minima parte. È un modo di lavorare che ci spaventa e ci indigna. Ora ci sono oltre 16 milioni di euro disponibili per le opere pubbliche, tra quelle del 2023 e quanto programmato per il 2024, da realizzare quest’anno: dubito fortemente che ci si riuscirà".
Rovazzani sottolinea anche come questo modo di agire rischi di penalizzare gli altri settori a cui vengono sottratte risorse, senza che poi queste siano effettivamente spese per la città.
"È solo buttare fumo negli occhi dei cittadini" insistono Rovazzani e Nalmodi.
I due consiglieri di "Porto Recanati 2021-2026" raccontano anche di un’altra situazione paradossale, dalla quale si evidenzia – a detta dei due esponenti dell’opposizione in consiglio comunale – la mancanza di controllo sull’attività dell’ente pubblico da parte degli amministratori. "Abbiamo fatto un accesso agli atti per verificare la presenza del documento di valutazione dei rischi (Duvri) e la documentazione attestante l’attività di formazione del personale dipendente" raccontano. Si tratta di documenti che devono esserci per legge.
"L’amministrazione comunale ci ha risposto che il responsabile del settore, al momento di reperire la documentazione, si è accorto che gli attestati dei corsi di formazione del personale erano scaduti, quanto al Duvri invece è stato reperito direttamente dall’ente che cura la tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro e che lo stesso è in fase di nuova stesura. Quindi – si domandano –, se noi non avessimo fatto l’accesso agli atti chiedendo di consultare quei documenti, chi si sarebbe accorto che gli attestati erano scaduti, o che il documento di valutazione dei rischi non c’è o è già scaduto"?