Omicidio di Pamela Mastropietro, il pentito: "Violentata e uccisa da Oseghale"

La procura crede al siciliano detenuto in carcere con il nigeriano

Innocent Oseghale il giorno dell’arresto (foto Ansa)

Innocent Oseghale il giorno dell’arresto (foto Ansa)

Macerata, 20 settembre 2018 - «La prima coltellata quando lei voleva scappare. La seconda dopo aver iniziato a farla a pezzi, perché si sarebbe accorto che era ancora viva». Dettagli macabri, ma molto precisi, sarebbero stati riferiti dal pentito alla procura sull’omicidio della 18enne Pamela Mastropietro. Dettagli precisi e puntuali, che rinforzano ancora di più la tesi dell’accusa, secondo la quale la ragazza sarebbe stata prima violentata e poi uccisa da Innocent Oseghale. I nuovi elementi sono quelli dati da un collaboratore di giustizia siciliano. L’uomo, tra luglio e agosto, è stato detenuto ad Ascoli e lì avrebbe incontrato Oseghale, che gli avrebbe raccontato nei dettagli la tremenda giornata del 30 gennaio. Di questi passaggi si è discusso nell’interrogatorio fatto martedì al nigeriano. Al siciliano, parlando in italiano Oseghale avrebbe detto di aver dato la prima coltellata a Pamela quando lei stava cercando di scappare via. Avrebbe poi inferto un altro colpo, vicino al primo, dopo aver iniziato a farla pezzi, perché si sarebbe accorto che la giovane romana era ancora viva.

 

I due prima avrebbero avuto un rapporto sessuale, nella mansarda di Oseghale, mentre lei era sotto l’effetto dell’eroina: «aveva gli occhi stravolti», avrebbe raccontato il nigeriano al siciliano. Oseghale avrebbe indicato anche una serie di particolari anatomici su Pamela, che non erano stati mai individuati durante le indagini e che però sono stati confermati dai famigliari della ragazza, gli unici che potevano saperli. La precisione di questi particolari, e l’analiticità del racconto fatto dal siciliano – riferendo quanto gli avrebbe riferito il nigeriano – fanno credere alla procura che si tratti di un resoconto attendibile, anche perché altri detenuti hanno confermato alcuni particolari menzionati dal siciliano: dunque si rafforza la ricostruzione fatta dalla procura. Le indagini sono state infatti chiuse contestando i reati di omicidio, occultamento di cadavere e violenza sessuale. Oseghale, difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia, nega tutto e dice di non aver mai parlato con il pentito: lui insiste nel dire che Pamela si sarebbe sentita male dopo aver assunto l’eroina, e dopo aver capito che lei era morta l’avrebbe fatta a pezzi.

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