CronacaPollenza, l’incendio alla Rimel non è ancora spento. Quando riaprono le scuole

Pollenza, l’incendio alla Rimel non è ancora spento. Quando riaprono le scuole

Vigili del fuoco ancora al lavoro nell’azienda che smaltisce piccoli elettrodomestici, ma c’è il pericolo di crolli. Le prime analisi dell’Arpam: ossido di carbonio e di azoto a livelli più elevati, ma sotto la soglia di allarme

Macerata, 7 dicembre 2022 - Ci vorrà un’altra giornata per spegnere la colonna di fumo che, da ieri notte, si alza dalla Ri.Mel di Pollenza. Arpam e Asur però tranquillizzano sui pericoli per la salute. Anche nel corso della giornata di oggi, i vigili del fuoco sono stati costantemente impegnati nell’azienda che smaltisce piccoli elettrodomestici, per avere ragione del fuoco.

Vigili del fuoco in azione alla Rimel
Vigili del fuoco in azione alla Rimel

La colonna di fumo nero via via è diventata sempre più bianca, per effetto delle tonnellate di schiuma che sono state gettate all’interno del capannone. Con il calore, la struttura è in parte lesionata e c’è il pericolo di cedimenti, "ma con ogni cautela possibile – ha spiegato il comandante provinciale Mauro Caprarelli – i pompieri sono dovuti entrare per gli interventi necessari a spegnere le fiamme".

In particolare, è stata usata la schiuma per evitare che l’acqua finisse poi nel Chienti, e sono stati smassati i rifiuti accumulati, per togliere ciò che ha alimentato il rogo. Ma le operazioni proseguiranno ancora oggi. Nel capannone c’erano cellulari, cavi in plastica e rame, oggetti elettronici vari: la plastica bruciata ha reso l’aria irrespirabile non solo intorno all’azienda, ma fino a Tolentino, oltre che a Pollenza, Sforzacosta di Macerata, Urbisaglia, Colmurano.

Di questo si è parlato oggi a mezzogiorno in prefettura, con il vicario del prefetto Emanuele D’Amico, i sindaci dei Comuni coinvolti, i comandanti dei vigili del fuoco e dei carabinieri, i dirigenti di Provincia, Arpam e 118. In base a quanto emerso dalle prime valutazioni, si è ritenuto di poter revocare le misure precauzionali: da venerdì 9 dicembre tutti a scuola, e anche le aziende vicine alla Ri.Mel potranno riprendere l’attività.

Rimane comunque l’invito a non consumare vegetali a foglia larga. Sconsigliato anche l’uso di acqua piovana per gli animali, che se possibile andrebbero tenuti al chiuso.

La combustione causa infatti diossine, che non si sa dove possano essere cadute e in che quantità. L’Arpam spiega che non è ancora possibile trarre conclusioni definitive, poiché gli elementi a disposizione sono ancora pochi. Dal confronto dei primi dati di qualità dell’aria rilevati dal mezzo mobile installato a Pollenza Scalo con quelli forniti dalla stazione fissa di Macerata-Collevario, a Pollenza si riscontrano concentrazioni più elevate degli inquinanti caratteristici della combustione, come ossido di carbonio e ossido di azoto. I valori, però, sono al di sotto dei valori di riferimento previsti dalle norme di settore e si inseriscono in un quadro generale di lieve, ma graduale diminuzione delle concentrazioni, tendenza che fa ben sperare per le prossime ore.

Per avere un quadro completo e più definito bisognerà attendere alcuni giorni, visto che per alcune sostanze le analisi richiedono più tempo.

Intanto il presidente di Legambiente Marche Marco Ciarulli lancia l’allarme sulle ricadute di questi fenomeni. "Dal 2013 al 2021, nelle Marche gli incendi negli impianti di trattamento e recupero di rifiuti sono stati 19, appena l’1,5 per cento sul totale nazionale. Ma Macerata sembra diventata il luogo in cui questi incend i si verificano con costanza. Stiamo parlando di impianti delicati e complessi che trattano rifiuti speciali e a maggior ragione la prevenzione dovrebbe essere una priorità. Forse i sistemi di prevenzione non sono efficienti? Inoltre, a ogni incendio ci si allontana dal modello di economia circolare che vorremmo veder sviluppato. Questi eventi sono un danno per tutti, se non assumiamo il concetto di prevenzione come priorità assoluta, non ne usciremo mai".