
Lo spoglio del referendum in una foto d’archivio
La provincia di Macerata ha registrato l’affluenza più bassa della regione per i quesiti abrogativi su lavoro e cittadinanza. Per il referendum sul reintegro licenziamenti illegittimi e quello sul limite indennità, è andato a votare il 30,01% della popolazione; per la tutela dei contratti a termine e la responsabilità degli infortuni sul lavoro il 30,02%. Percentuale che scende ancora di più sull’ultimo quesito, quella della cittadinanza, con il 29,98%.
Zoomando, Poggio San Vicino, tra i Comuni più piccoli delle Marche, con 208 abitanti, ha visto il maggior numero di cittadini recarsi alle urne, il 43,75%, seguito da Esanatoglia con il 37,75% e Gagliole con il 37,59%. Macerata, il capoluogo, si è fermata intorno al 33%, Civitanova al 29%, Recanati al 31% e Tolentino al 33%.
"Il dato dell’affluenza in provincia si attesta in linea con il dato nazionale al 30%, con picchi positivi come il 43,75% di Poggio San Vicino, diversi Comuni sopra il 35% come Gagliole, Apiro, Esanatoglia, Caldarola, Appignano, Belforte, Colmurano. Tra le città più grandi Macerata e Tolentino si attestano oltre il 33% mentre Civitanova si ferma poco sotto il 30% - ha commentato il segretario generale Cgil Macerata Daniele Principi -. Il dato dello scrutinio, ancora parziale, disegna una schiacciante vittoria dei sì sui quesiti presentati dalla Cgil in materia di lavoro, oltre l’85% dei consensi in provincia, mentre il quinto referendum sulla cittadinanza vede differenze minori, con il sì intorno al 62% e il no al 38%.
Non siamo purtroppo riusciti a raggiungere l’ambizioso obiettivo del quorum e quindi le leggi che continuiamo a reputare sbagliate resteranno in vigore. Rimane per noi il grande merito di questa campagna elettorale di aver rimesso al centro del dibattito pubblico il tema delle condizioni dei lavoratori e di come siano peggiorate nel corso degli ultimi trent’anni con le politiche dei vari governi. È evidente che non siamo riusciti nel progetto di convincere la maggioranza delle persone che oggi si sentono sempre più distanti dall’esercizio della democrazia.
Alla politica chiediamo di non voltarsi dall’altra parte, di ascoltare la sofferenza del mondo del lavoro: 15 milioni di italiani e circa 90.000 maceratesi hanno deciso di recarsi alle urne per chiedere di intervenire sulla loro condizione nonostante il grande caldo e gli appelli all’astensione, ha partecipato la maggioranza di coloro che abitualmente votano nelle elezioni di democrazia rappresentativa. Proprio per questo motivo come Cgil da domani mattina continueremo a lavorare con ancora più determinazione ad ogni livello, a partire dal confronto e dalla contrattazione con imprese e istituzioni, per il raggiungimento degli obiettivi che erano anche alla base dei quesiti referendari: più libertà, meno precarietà e più sicurezza nel mondo del lavoro".