
Il Comune aprirà i "green point" per favorire la raccolta di vetro, umido e indifferenziato. Bertini: "Un miglioramento per gli anziani"
Da ieri il Comune di Recanati non distribuisce più i sacchetti blu dotati di microchip per la raccolta della plastica e del multimateriale. Questa decisione, presa dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Cosmari, rappresenta un passo importante per l’ottimizzazione della raccolta dei rifiuti sul territorio con un risparmio stimato di circa 70mila euro all’anno. Rimarranno in uso i sacchetti gialli con la barra magnetica, necessari per il calcolo della tariffazione puntuale sull’indifferenziato.
Parallelamente, saranno installati nuovi "green point" in diverse zone della città, dal centro alla periferia, dove i cittadini potranno conferire vetro, umido e indifferenziato in contenitori appositi e non saranno più presenti contenitori specifici per i pannolini, che potranno essere smaltiti con l’indifferenziato. Questo sistema si affiancherà alla raccolta porta a porta per plastica (sacchetto blu) e carta. Inoltre, il risparmio economico derivante dall’eliminazione dei microchip finanzierà l’installazione di distributori automatici di sacchetti e il miglioramento delle infrastrutture per i green point.
"L’introduzione dei green point rappresenta un miglioramento significativo, soprattutto per le persone anziane che trovano difficoltà con il sistema porta a porta, e per il decoro della città" sostiene l’assessore Bertini. Il nuovo approccio mira a semplificare la vita dei cittadini, garantendo flessibilità di orari e riducendo le criticità logistiche. Un altro aspetto rilevante è la tutela degli operatori ecologici, per i quali la raccolta porta a porta comporta un lavoro usurante. "In alcune zone d’Italia i sindacati stanno chiedendo di limitarla, proprio per ridurre lo sforzo fisico dei lavoratori".
I microchip, introdotti nel 2013 con l’obiettivo di favorire la tariffazione puntuale, non hanno portato i risultati sperati. Recanati, che prima della loro adozione registrava una percentuale di raccolta differenziata del 76,77 per cento, si attesta oggi intorno al 77 per cento nonostante i considerevoli investimenti effettuati (oltre 1,3 milioni di euro spesi in 11 anni) collocandosi all’undicesimo posto, superata da tanti Comuni che non hanno mai adottato il microchip, della serie come gettare nel cestino dei rifiuti – è il caso proprio di dirlo – un milione e 300mila euro. Attualmente, altro dato sconcertante, sono solo sei i Comuni serviti dal Cosmari che utilizzano ancora i microchip per la raccolta differenziata: Castelraimondo, Monte San Giusto, Porto Recanati, San Severino, Urbisaglia e appunto Recanati.
La scelta di abbandonare i microchip sui sacchetti blu si rivela, quindi, una misura necessaria per ridurre sprechi economici e migliorare la qualità del servizio.
Asterio Tubaldi