Coronavirus Macerata. "Romano Mengoni estubato dopo un mese"

La battaglia del preparatore atletico contro il virus. La moglie: vediamo la luce in fondo al tunnel

Romano Mengoni

Romano Mengoni

Macerata, primo giugno 2020 - "Sono stati giorni strazianti: noi a casa e mio marito inchiodato in un letto d’ospedale, dove il 26 aprile lo hanno intubato, fino al 22 maggio, a causa del Coronavirus". Lucia Cartechini racconta l’angoscia di queste settimane.

Il marito Romano Mengoni, attuale preparatore atletico del Gubbio e pochi anni fa anche della Maceratese allenata da mister Giunti, sta lottando contro il Covid-19. "È stato ricoverato a Macerata, poi è stato a Camerino e ora è l’unico paziente in terapia intensiva del Covid center di Civitanova". Mengoni, 59 anni, è di Montecassiano ed è molto conosciuto in provincia e nell’ambiente calcistico. "Il giorno di Pasqua – racconta la moglie – non si è sentito bene, ha avuto qualche linea di febbre. Con il passare dei giorni la situazione è peggiorata, fino a quando il 23 aprile è stato deciso il ricovero all’ospedale di Macerata". Da quel giorno è iniziato un calvario. "Quando l’hanno fatto salire in ambulanza, noi ci siamo messi in quarantena: sono negativi i tamponi che io e nostra figlia abbiamo fatto, così come i test sierologici dimostrano che non abbiamo mai contratto il Coronavirus. Soltanto la suocera è risultata positiva, ma lei non è mai uscita da casa, proprio come Romano".

Adesso Mengoni non è più sedato e sembra molto più vicina la fine del tunnel. "Ora respira da solo, però è ancora in terapia intensiva e in simili casi i medici non dicono nulla, ora aspetta di fare il tampone e se dovesse essere negativo, sarà trasferito in ospedale".

Ma in queste settimane non sono mancati i momenti di sconforto. "A Camerino, il personale ha organizzato delle videochiamate: lui era sedato e intubato, apriva ogni tanto gli occhi, ma non poteva parlare. È stato straziante. Un grande ringraziamento all’umanità e alla professionalità di tutti i sanitarii". In quei giorni, i familiari e tanti amici si sono stretti attorno alla famiglia di Mengoni. "Romano ha cinque fratelli e io sei, tutti ci sono stati vicini, così come gli amici – racconta ancora la moglie –. Poi la fede ci ha dato tantissima forza e proprio il 22 maggio, il giorno di Santa Rita, mio marito è stato estubato". Il mondo del calcio è stato al fianco della famiglia Mengoni in punta di piedi, senza tanto clamore. "Il presidente e i dirigenti del Gubbio hanno chiesto notizie, l’allenatore Vincenzo Torrente ha chiamato tutti i giorni, così come il figlio di Gigi Simoni, perché Romano ha lavorato con il padre per cinque anni (a Gubbio e a Cremona) e per loro è anche l’amico di famiglia".