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Istituto per geometri ’Bramante’: dopo 34 anni di controversie la Provincia e i proprietari cercano una soluzione bonaria

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di Franco Veroli

L’Istituto tecnico per geometri "Bramante" di Macerata, di proprietà della Provincia, sorge su un’area che è ancora formalmente privata: non è stata mai ceduta, né c’è mai stato un decreto definitivo di esproprio. Sembra incredibile, ma dal 1988, a 34 anni di distanza, quando venne occupata d’urgenza con un decreto del sindaco di Macerata, le cose stanno proprio così. E dopo, lunghe controversie giudiziarie tra i proprietari e la Provincia, ora si sta cercando di comporre la vicenda in modo bonario.

In quello spazio venne costruita la nuova sede dell’Istituto completata nel 1991, senza che fosse stato emesso il decreto definitivo di esproprio. Nel 1992 i proprietari si rivolsero alla Corte di Appello di Ancona affinché fosse determinata l’indennità di esproprio e dell’occupazione temporanea del terreno. La Corte, prima (1996), dichiarò inammissibile, in assenza del decreto di esproprio, la domanda volta ad ottenere la condanna della Provincia a corrispondere l’indennità di esproprio. Successivamente (2000), determinò un importo, compresi gli interessi, di quasi 109 milioni di lire che la Provincia doveva depositare alla Cassa Depositi e Prestiti. La somma è stata poi svincolata in favore dei proprietari dell’area che, però, avevano anche citato la Provincia davanti al Tribunale di Macerata affinché fosse condannata "al risarcimento dei danni dagli stessi subiti per l’avvenuta occupazione appropriativa del loro bene". Condanna che è arrivata nel 2007 e che ha costretto la Provincia a pagare 15.411 euro più gli interessi rivalutati dal 1988, per un totale di 57.702 euro (la somma è stata corrisposta nel 2017).

Tutto a posto, dunque? No, perché "in assenza di un valido provvedimento di espropriazione l’area in questione sulla quale è stata realizzata parte dell’opera pubblica è rimasta formalmente intestata ai proprietari", si legge nel Decreto del presidente della Provincia di due giorni fa. La Provincia in tutti questi anni ha esercitato su quell’area un potere di fatto "con le stesse forme e comportamenti tipici del proprietario di talché ora rivendica l’intervenuto usucapione in proprio favore"; i proprietari "hanno richiesto la condanna al pagamento dell’indennità di occupazione e al risarcimento per l’espropriazione di fatto subita, ma non hanno al contempo mai rivendicato la proprietà dell’area eo la sua rimessa in pristino eo la sua restituzione". Dopo 34 anni, forse si chiuderà la partita.