
L‘allevatore Roberto Micheli e avvocato l’Francesco Copponi
Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci e la responsabile dell’Ufficio tecnico Annarita Luccio accusati di falso, per la vicenda relativa alla delocalizzazione dell’allevamento di suini dell’allevatore Roberto Micheli. Ieri l’udienza preliminare in tribunale a Macerata è stata rinviata al 28 maggio per una questione procedurale: da valutare una richiesta di integrazione avanzata dalla parte civile. Ieri Micheli, allevatore e titolare di una azienda agricola, La Collina, si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Francesco Copponi. "Nel capo di imputazione viene contestata una lettera scritta all’Ufficio speciale ricostruzione – ha spiegato l’avvocato Copponi –, noi oggi abbiamo chiesto che venga integrato anche con una seconda lettera, del giorno successivo, e in cui si diceva che il Comune aveva preventivato la realizzazione di una strada in breccia a servizio del terreno". La vicenda risale al 2018 ed è legata al terremoto. Dopo le scosse l’allevatore aveva chiesto di delocalizzare l’attività dopo i danni subiti dal terremoto. Ma dopo aver presentato pratiche in Comune, tra ricostruzione e nuovi investimenti, tutte respinte, e aver perso investimenti e fondi, Micheli era arrivato a incatenarsi davanti alla sede dell’Ufficio ricostruzione a Piediripa, a marzo del 2022, esasperato per l’impossibilità di riprendere il suo lavoro. Il problema era legato alla scelta del sito: Micheli aveva individuato un’area che per il Comune non era idonea, essendo troppo vicina all’abitato.
Dopo i ricorsi al Tar e le istanze, l’allevatore aveva anche denunciato alla procura la vicenda. In un primo momento, il fascicolo era stato archiviato. Ma Micheli, assistito dall’avvocato Francesco Copponi, aveva fatto opposizione. E il giudice per le indagini preliminari aveva accolto i suoi rilievi: il gip aveva ritenuto ipotizzabile l’accusa di falso per induzione e ha invitato la procura a formulare l’imputazione nei confronti del sindaco Gentilucci e della dirigente. Secondo l’accusa, il Comune avrebbe indotto in errore l’Usr, facendo autorizzare la delocalizzazione dell’azienda in località Seggiole, in un’area diversa da quella chiesta da Micheli: una variante urbanistica che vietava di collocare l’azienda nel centro abitato, variante che però era stata annullata dal Tar, e assicurando che l’area a Seggiole era disponibile, quando invece era stata acquistata da un vicino con il diritto di prelazione. I due imputati, difesi dagli avvocati Andrea Nobili e Francesca Sbriccoli, respingono le accuse. Ieri l’udienza è stata rinviata al 28 maggio, anche per valutare quanto indicato dal gip, che riteneva fossero da archiviare parte delle contestazioni.
Chiara Marinelli