Tre giovani afghani nascosti nel tir Viaggio della speranza dalla Serbia

Trovati dalla polizia all’interno di un autoarticolato fermo davanti alla dogana. "Scappiamo dai talebani". Erano accovacciati sopra al carico di gomme: il camionista ha dato l’allarme dopo avere sentito le voci

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Dalla Serbia fino a Civitanova, nascosti dentro un camion per centinaia di chilometri, pur di riuscire a sfuggire ai talebani. Tre giovanissimi afghani sono stati soccorsi venerdì sera a Civitanova. Verso le 21.30, un camionista ha chiamato la polizia. L’uomo era alla guida di un autoarticolato carico di pneumatici, partito dalla Serbia per consegnarli ad Ascoli. Ma dopo essersi fermato nel grande parcheggio davanti alla dogana, nella zona industriale, con l’intenzione di rimanere lì in questi giorni in attesa che lunedì riaprissero gli uffici, ha sentito voci e rumori provenire dal rimorchio. È andato a controllare e ha trovato tre ragazzi, infilati nello spazio angusto sopra al carico. Nel parcheggio sono arrivati dunque gli agenti del commissariato di polizia di Civitanova, un’ambulanza e l’automedica della Croce Verde. Il personale sanitario ha subito visitato i tre profughi, e in seguito, dopo averli portati all’ospedale di Civitanova Alta, li ha anche sottoposti al tampone, per verificare che non fossero positivi al Covid-19. Per fortuna, erano tutti e tre in condizioni discrete, anche se piuttosto affamati e assetati, dopo il lungo e difficile viaggio chiusi in uno spazio limitatissimo. Con grande difficoltà, visto che nessuno di loro parlava inglese, si è capito che si tratterebbe di ragazzi afghani, che hanno chiesto asilo politico. Nel loro Paese, hanno detto, con l’arrivo dei talebani rischiano la morte, per questo hanno deciso di tentare il tutto per tutto, fuggendo in quel modo rocambolesco a bordo del camion. Sarebbero arrivati dall’Afghanistan fino ai Balcani grazie a una organizzazione che, a pagamento, li avrebbe poi aiutati a salire di nascosto nel tir diretto in Italia. I ragazzi, dall’aspetto abbastanza curato, ma senza neppure un documento, sono stati identificati dalla polizia e poi affidati alla prefettura di Macerata, che li ha accolti in una delle strutture della provincia che sono state destinate a questi soggetti in fuga. Sono tutti e tre poco più che diciottenni. Il camionista – si tratterebbe di un macedone – è stato sentito nel commissariato di polizia per ricostruire i fatti, ma le indagini da parte della polizia sono in corso per chiarire bene i contorni della vicenda. A quanto sembra, l’uomo avrebbe detto di non essersi accorto, al momento di partire dalla Serbia, che tre persone si erano infilate all’interno del suo camion, e solo dopo essersi fermato a Civitanova per passare la notte, avrebbe sentito le loro voci. Sarebbe stato lui a fare da interprete con i tre profughi, traducendo così ciò che questi dicevano.