"Tre mesi a incassi zero, così dovrò chiudere"

A rischio lo storico circolo ricreativo San Francesco "Dimenticati dallo Stato, per noi nessun aiuto"

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"Nessun aiuto è arrivato dallo Stato, né dal Comune: il Covid è stata la mazzata definitiva, e se la situazione non cambierà, sarò costretto a chiudere". A parlare è Jacopo Sabbatini, gestore dello storico circolo ricreativo San Francesco, che si trova proprio di fronte all’omonima parrocchia. Un circolo importante della città, uno di quelli che in tempi pre-Covid contava almeno un centinaio di soci iscritti, inoltre è frequentato anche da molti ragazzi. Tre mesi a incassi zero, ma le bollette della luce e del gas non hanno tardato ad arrivare, e tutte in un colpo solo. Una situazione difficile, resa ancora più complicata dalla lenta ripresa dell’attività, legata a doppio filo a una velata paura che ancora serpeggia tra la gente. "Da quando ho riaperto non è venuto quasi nessuno, soprattutto quelli che venivano qui per giocare a carte – racconta Sabbatini –. Una volta sono venuti alcuni anziani, ma poi hanno visto che non c’era più il loro giro, e quindi non sono più tornati: prima avevamo una trentina di soci che venivano qui per giocare a carte". Sicuramente, come hanno evidenziato anche altri gestori, i mesi del lockdown hanno cambiato anche le abitudini della gente. "Innanzitutto, la notizia che si può tornare a giocare a carte è molto recente, quindi ci vorrà un po’ di tempo – dice –, ma poi c’è da tenere anche conto del fatto che questo luogo è stato chiuso per molto tempo, per cui alcuni frequentatori avranno anche cambiato abitudini. Un po’ di paura c’è sempre e molti, trovandoci nella bella stagione, si saranno spostati in luoghi di villeggiatura". Sabbatini, però, in questa difficile situazione che sta investendo gran parte delle attività economiche, tratteggia un quadro ancora più complicato per il settore dei circoli sociali e ricreativi. "Era una situazione difficile già da prima, ma con il Covid è arrivata la mazzata finale: le bollette bisogna pagarle, altrimenti mi staccano la corrente, e senza un aiuto dallo Stato o dal Comune non ce la faccio ad andare avanti. Questo è un circolo senza partita Iva, perciò durante i tre mesi del lockdown non ho ricevuto un soldo e ora mi sono arrivate tutte le bollette da pagare. Non credo riuscirò ad andare avanti per molto, incassando un 10% rispetto a quello che guadagnavo prima". Per Sabbatini, la categoria è stata completamente dimenticata. "Penso che i circoli senza partita Iva come questo siano stati del tutto dimenticati – dice Sabbatini –, non ho ricevuto nessun aiuto, né dallo Stato, né dall’amministrazione comunale". "Invece, penso che posti come questo abbiano una valenza soprattutto sociale, non è soltanto un bar – incalza il gestore –. Ad esempio, c’era la squadra di biliardo, poi quelli che venivano per incontrarsi e giocare a carte, e nel fine settimana è frequentato dai ragazzi. Perciò, penso sia interesse anche del Comune salvaguardare degli spazi di socialità come questo".

Marta Palazzini